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Gli rubano il telefono a Londra poi lo ritraccia dall’altra parte del mondo: la storia di Akara

Subito dopo il furto Akara ha denunciato tutto alle forze dell’ordine. La polizia sapeva già dei ladri di smartphone che avevano cominciato a rubare nella zona, eppure hanno spiegato ad Akara che rintracciare il suo smartphone e i responsabili sarebbe stato quasi impossibile.
A cura di Elisabetta Rosso
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Akara Etteh era appena uscito dalla metropolitana di Holborn, nel centro di Londra, stava controllando il suo cellulare, poi qualcuno glielo strappa di mano. Il ladro in biciletta si allontana, Akara prova a inseguirlo, è inutile, va troppo veloce. Corre a casa imposta la "Modalità smarrito" per il suo iPhone 13, in questo modo nessuno può accedere ai suoi contenuti, e poi sul suo laptop attiva la funzione "Trova il mio iPhone". Inizia così lo strano percorso di un telefono rubato nel centro di Londra e finito dall'altra parte del mondo, a Shenzhen, in Cina.

Subito Akara rintraccia lo smartphone a Islington. Otto giorni dopo vede che sta viaggiando per i quartieri nord di Londra. Akara decide di andare nei posti segnalati dal localizzatore per rintracciare il suo telefono. "Con il senno di poi non lo consiglierei, è piuttosto rischioso, ma sono stato alimentato da adrenalina e rabbia", ha raccontato alla Bbc. "Il telefono è costoso. Lavoriamo duramente per guadagnare quei soldi, per essere in grado di acquistarli". Perdere il telefono è un problema, non solo in termini economici (i dispositivi sono sempre più costosi). Dentro gli smartphone infatti custodiamo foto, conversazioni, documenti, numeri, ricordi.

Nonostante gli sforzi e i sopralluoghi Akara non riesce a trovare il suo telefono. Si arrende. Un mese dopo, però, riaccende il laptop e controlla la funzionalità "Trova il mio iPhone". Ed ecco che sulla mappa si colora di rosso Shenzhen, Cina.

Al di là della distanza non è raro che i telefoni scomparsi finiscano a Shenzhen. La città di 17,6 milioni di persone, è un grande centro tecnologico, non a caso spesso viene descritta come la Silicon Valley cinese. Se i dispostivi infatti non possono essere sbloccati e utilizzati, allora tanto vale smontarli e rivedere i pezzi alle aziende tech.

Subito dopo il furto Akara ha denunciato tutto alle forze dell'ordine. La polizia già sapeva dei ladri di smartphone che avevano cominciato a rubare nella zona, eppure hanno spiegato ad Akara che rintracciare il suo smartphone e i responsabili sarebbe stato quasi impossibile.

E infatti, Mat Evans, poliziotto di West Midlands, ha spiegato alla Bbc che solo "un numero basso" di telefoni rubati vengono effettivamente recuperati. Il problema, spiega, è la velocità dei criminali.

“È sempre una battaglia contro il tempo, le persone dovrebbero però sempre segnalare i furti alla polizia, è fondamentale per avviare le indagini, a volte anche un solo arresto può fare la differenza", sottolinea Evans. Molto spesso infatti chi viene arrestato "è già stato responsabile di molti altri crimini".

Non solo. Oltre alle indagini della polizia per rintracciare i ladri di smartphone serve anche uno sforzo da parte delle aziende tech che producono i dispositivi. Come spiega il comandante Richard Smith del National Police Chiefs's Council, “i produttori e l’industria tecnologica hanno un ruolo importante nel ridurre le opportunità per i criminali di beneficiare della rivendita di telefoni rubati”.

Anche Diana Johnson, ministro di Stato per il crimine, la polizia e i vigili del fuoco del Regno Unito, ha chiesto ai produttori di smartphone di disabilitare in modo permanente ogni telefono rubato per frenare il commercio illegale di telefoni di seconda mano.

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