Gli hacker vicini alla Russia attaccano Giorgia Meloni: ma il loro vero obiettivo è un altro
L’attacco è stato rivendicato alle 10:05, ora italiana. Sul gruppo Telegram del collettivo hacker Noname057(16) è apparso un messaggio in cui venivano elencati quattro portali italiani bloccati: il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, quello del Ministero delle Infrastrutture, una parte del del sito della Guardia di Finanza e il sito ufficiale di Giorgia Meloni.
Nell’elenco c’è un errore formale. Il Ministero dello Sviluppo Economico ora si chiama Ministero delle Imprese e del Made In Italy, ma possiamo concedere agli hacker di non essere aggiornati sul rebranding deciso dal governo sull’organizzazione ministeriale.
Il down dei siti colpiti non è durato molto. Mentre scriviamo questo articolo funzionano quasi tutti. Solo il portale del Ministero dei Trasporti non è ancora accessibile, mentre il sito di Giorgia Meloni presenta dei rallentamenti. Bisogna ricordare comunque che non si tratta di strutture che hanno un’importanza strategica. Si tratta soprattutto di portali di tipo informativo.
Che tipo di attacco è stato lanciato dagli hacker
A giudicare dagli effetti dell’attacco, è probabile che siamo davanti a un’azione Ddos (Distributed denial of service). In breve, si tratta di un attacco in cui vengono moltiplicati artificialmente gli accessi a un portale per sovraccaricare i server che lo ospitano e portarlo al collasso. In questo modo gli utenti reali non riescono più ad accedere.
Perché i collettivi hacker lanciano questi attacchi
Azioni di questo tipo hanno solo uno scopo dimostrativo. Non vengono sottratti dati, non si danneggiano le strutture attaccate. È un atto di vandalismo digitale, come scrivere insulti con una bomboletta spray sul portone del Ministero. L’unico obiettivo è farsi riprendere, lanciare una segnale e far parlare per qualche giorno di sè.
Il gruppo hacker NoName057(16) per ora ha fatto parlare di sé solo per questo tipo di attacchi. Ha iniziato la sua attività pubblica nel marzo del 2022 e si è sempre dichiarato a favore della Russia. Le sue azioni al massimo possono dare giusto qualche fastidio. In Italia aveva già bloccato il portale dedicato alle carte di identità nel marzo 2023.