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“Gli avatar parteciperanno alle riunioni al nostro posto”: la nuova profezia del Ceo di Zoom

La tecnologia sta investendo sempre di più nei cloni digitali, e c’è già chi li sta utilizzando per rispondere alle mail o alle chiamate. Le macchine però commettono ancora moltissimi errori e potrebbero verificarsi quelle che nel gergo vengono chiamate le allucinazioni dell’intelligenza artificiale. C’è infine un problema anche per quanto riguarda la sicurezza dei dati.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Odio davvero leggere le mail ogni mattina e credo che a breve un'intelligenza artificiale potrebbe farlo al mio posto", a parlare è Eric Yuan, amministratore delegato di Zoom. Non si tratta solo di mail, la maggior parte del lavoro potrebbe essere svolto da un clone digitale che prende decisioni al nostro posto. "Potrei inviare una versione artificiale di me stesso per partecipare alle riunioni, in questo modo potrei andare in spiaggia, invece di lavorare", ha spiegato a The Verge. Secondo Yuan ognuno potrebbe avere nel giro di cinque o sei anni il proprio “large Language model” (LLM), una copia artificiale che parla, pensa, e si muove come noi.

L'idea di rimanere sdraiato sulla sabbia a sorseggiare mojito mentre una copia digitale lavora al tuo posto è uno dei grandi sogni dei tecnoutopisti. Non è però così semplice. Basta guardare oltre le profezie dei grandi signori dell'universo tech. I cloni digitali, al momento sono simulacri, bravi a copiare, meno a sostituirci nei processi decisionali (e forse questa non è poi una cattiva notizia).

Come funzionano e a cosa servono i cloni digitali

La tecnologia sta investendo sempre di più nei cloni digitali, e c'è già chi li sta utilizzando per farli lavorare al loro posto. Tra questi Deepak Chopra. Lo scrittore e medico indiano, ha infatti deciso di creare un suo clone digitale per rispondere alle chiamate Zoom, alle mail, e dare consigli gratis ai suoi follower. Yuan immagina qualcosa di simile. "Non è così strano pensare ad avatar AI che partecipano alle riunioni al posto dei lavoratori". Per il Ceo di Zoom sarebbe un'evoluzione degli strumenti di intelligenza artificiale esistenti. Gmail, per esempio, già suggerisce risposte in base ai messaggi precedenti.

“Potremmo avere più tempo per le interazioni di persona, e per il nostro tempo libero. Perché dobbiamo lavorare cinque giorni alla settimana? Magari potremo lavorare solo tre o quattro giorni. Perché non trascorrere più tempo con la tua famiglia?"

Quali sono i rischi delle copie artificiali

Secondo l’esperto di intelligenza artificiale Simon Willison il progetto è fantascientifico. “È vero, un LLM può interpretare qualcuno, questo non vuol dire che possa effettivamente svolgere un lavoro utile per conto di quella persona". Non solo, sono strumenti terribili a cui delegare il processo decisionale "ogni volta che qualcuno sceglie di lasciare l'autorità a un'intelligenza artificiale è un disastro", ha spiegato al Guardian.

Florian Stahl, economista ed esperto di intelligenza artificiale presso il Centro di scienza dei dati di Mannheim in Germania, ha spiegato alla Bbc che "le aspettative riguardo alla qualità devono essere adeguate. Le situazioni aziendali spesso diventano così complesse che non tutte le informazioni rilevanti possono essere fornite da un chatbot o da un clone digitale." Secondo Clare Walsh, direttrice della formazione presso l'Institute of Analytics, "l'esperienza umana è quasi infinita e non ci si può fidare dell'IA".

Non solo, le macchine commettono ancora moltissimi errori e potrebbero verificarsi quelle nel gergo vengono chiamate le allucinazioni dell'intelligenza artificiale. C'è infine un problema anche per quanto riguarda la sicurezza dei dati. Gli algoritmi di deep learning per realizzare i cloni digitali vengono addestrati con una grande quantità di dati personali. Se le piattaforme venissero hackerate i truffatori potrebbero avere accesso a informazioni personali degli utenti.

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