Geppi Cucciari con i lividi in volto sui social: “È una truffa, continuo a segnalare ma è inutile”
Magari vi è comparsa sullo schermo, mentre stavate scorrendo la bacheca di Facebook. Magari invece è spuntata fuori su Instagram o tra le pubblicità che compaiono nella home page di YouTube. La foto di Geppi Cucciari con il volto pieno di lividi è una delle immagini più usate per attrarre le vittime delle truffe finanziarie. Di solito viene accompagnata da frasi come “Non si era accorta di avere il microfono aperto” o “La denuncia di Bankitalia”. Geppi Cucciari, all’ennesima segnalazione, ha voluto condividere un messaggio sui suoi social. Ricordiamolo ancora una volta. Geppi Cucciari non è coinvolta in nessuna di queste truffe, il suo volto viene usato e modificato da gruppi di criminali che seguono un meccanismo che nei prossimi paragrafi spiegheremo bene.
La conduttrice ha scritto: “Io ahimè segnalo con costanza. E con me in tanti. Ma è inutile. Ne approfitto una volta in più per dire che nessun dipendente di Bankitalia mi ha picchiata. Però sono solo le 9,42”. Sotto un un articolo di Bufale.net, un sito che si occupa di fact-checking, dove viene riportato il meccanismo della truffa.
Come funziona la truffa dei 250 euro
Fanpage.it da mesi continua a segnalare tutte le versioni di questo tipo di truffa. L’elenco è parecchio lungo e con buona probabilità dietro non c’è una sola banda di criminali ma una rete di gruppi che agiscono in autonomia. Per portare avanti questa truffa sono stati usati anche i volti di Fabio Fazio, di Chiara Ferragni, di Ezio Greggio e anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il meccanismo è sempre il solito, con minuscole varianti. Si mette il volto di un personaggio famoso che avrebbe rivelato un importante segreto bancario in diretta televisiva. Si lega l’annuncio a un finto articolo su quotidiani nazionali in cui la persona in questione dice di essere riuscita a fatturare grazie a un piccolo investimento da 250 euro su una piattaforma di trading. E quindi si cerca di convincere l’utente a lasciare tutti i suoi dati personali per essere ricontattato.
Da qui comincia un altro schema. La vittima, per ora sempre potenziale, viene chiamata per iniziare il processo di investimenti. Si chiede di partire da 250 euro e poi si prosegue a chiedere denaro. Lo diciamo subito. Nemmeno un centesimo viene investito davvero. Finisce tutto in mano a criminali che chiederanno sempre più soldi.