Foxconn ha sospeso la produzione a Shenzhen: cosa significa per i telefoni Apple e Samsung
Con la guerra in Ucraina, il COVID-19 sembra essere passato in secondo piano. Eppure il virus è ancora attivo nel mondo, Cina inclusa. Sono oltre 5.000 i casi positivi registrati ieri nella provincia di Jilin. Ciò ha provocato un nuovo lockdown: il governo cinese ha imposto il blocco di tutte le attività non essenziali fino al 20 marzo 2022, con lo scopo di evitare ulteriori contagi, soprattutto nelle grandi megalopoli industriali come Shangai e Shenzen. Solo in quest'ultima si contano 3.000 casi di COVID-19, nello specifico della variante omicron. Ecco spiegato perché le filiere produttive di città industriali come Shenzen sono ferme.
A fronte di questa situazione, diversi fornitori hanno deciso di interrompere i propri servizi. È il caso di Foxconn, azienda taiwanese molto importante per la produzione dei colossi della Silicon Vally, come Apple. "L'operatività di Foxconn a Shenzhen, in Cina, è stata sospesa dal 14 marzo in poi in conformità con la nuova politica COVID-19 del governo locale", ha affermato l'azienda in una dichiarazione dell'agenzia di stampa AFP. Come riportato dall'ANSA, la città di Shenzhen è il secondo centro cinese di produzione per Foxconn dopo Zhengzhou nella provincia di Henan, che non è solo il più grande al mondo per gli iPhone, ma ha anche i laboratori dove vengono sviluppati i prototipi. Inoltre Shenzen rappresenta anche uno dei porti più trafficati della Cina
Foxconn non ha delineato la durata della chiusura dei suoi siti produttivi. È probabile, quindi, che l'introduzione di questo blocco indefinito rinvii le spedizioni del nuovo Mac Studio. Tale situazione non colpisce solo la produzione dei dispositivi Apple, ma anche quella di Samsung, Hauwei, SZ DJI e Tencent, altri colossi orientali della tecnologia. Foxconn ha comunque affermato di aver "adattato la linea di produzione" nelle fabbriche site in altre regioni della Cina per ridurre al minimo l'impatto sulle operazioni.