Finge di essere morto per non pagare il mantenimento dei figli: la storia dell’hacker Jesse
Jesse Kipf è morto a gennaio 2023. O forse no. La data del decesso è segnata sui database governativi, eppure l'uomo è stato rintracciato dagli agenti federali, è vivo e si è trasferito in Kentucky. Le falsi morti non sono una novità, c'è chi le finge per sfuggire dai debiti di gioco, da un matrimonio difficile e anche dagli alimenti dei figli dopo un divorzio. È il caso di Kipf. L'uomo è diventato così un "Fu Mattia Pascal" contemporaneo che invece di sfruttare il caso ha messo in atto le sue abilità da hacker e manipolato i database per simulare la sua morte.
Kipf, 39 anni, ha rubato le credenziali di un medico per ottenere l'accesso al sistema di registrazione dei decessi delle Hawaii e creare il proprio certificato di morte. Si è creato poi una nuova identità e ha continuato a vendere informazioni private rubate "ad acquirenti internazionali, tra cui individui provenienti da Algeria, Russia e Ucraina", hanno spiegato i pubblici ministeri. Kipf ora è stato condannato a sei anni e nove mesi di prigione per frode informatica e furto di identità aggravato, ha annunciato l'ufficio del procuratore degli Stati Uniti. Non solo, Kipf dovrà anche pagare più 195.700 dollari per i danni ai sistemi informatici governativi e il mancato pagamento degli obblighi di mantenimento dei figli.
Il caso Jesse Kipf
Tra i capi d'accusa di Kipf c'è frode informatica, furto d'identità aggravato e false dichiarazioni su domande a istituti finanziari assicurati a livello federale. "Questo caso è un duro promemoria per ricordare a tutti quanto possano essere dannosi i criminali informatici e di come sia necessario un alto livello di sicurezza", ha dichiarato Carlton Shier, procuratore degli Stati Uniti per il distretto orientale del Kentucky.
Kipf ha anche hackerato le reti degli stati dell'Arizona e del Vermont e due grandi catene alberghiere tra giugno 2022 e giugno 2023, spiegano i procuratori. Ha poi condiviso sui forum di Internet modi per accedere ai sistemi di registrazione dei decessi e alle reti aziendali private per i pagamenti. "Kipf ha rubato i documenti di identità di tre persone per commettere la frode telematica e ha venduto i numeri di previdenza sociale, le cartelle cliniche e le date di nascita di queste persone."
"Questo caso servirà da monito per altri criminali informatici", ha affermato Shier, il procuratore degli Stati Uniti, nella dichiarazione, "e dovrà affrontare le conseguenze della sua condotta vergognosa".
Le dichiarazioni dell'avvocato
Thomas Miceli, l'avvocato di Kipf, ha dichiarato al Washington Post che lui e il suo assistito "rispettano la decisione della corte". Kipf rischiava fino a cinque anni di prigione per frode informatica e due anni per furto d'identità aggravato. Miceli ha chiesto alla corte di ridurre la pena a sei anni.
Kipf ha divorziato dalla moglie nel 2008 dopo circa due anni di matrimonio. L'uomo, spiega l'avvocato "ha anche prestato servizio attivo nell'esercito degli Stati Uniti tra giugno 2006 e maggio 2009, è stato in Iraq da giugno 2007 a maggio 2008". Kipf, continua l'avvocato, "ha subito un trauma psicologico dopo il suo servizio militare, che ha portato a un aumento di comportamenti sconsiderati e criminali".