Fallisce il lancio di Starliner: la navicella Boeing che doveva portare due astronauti nello Spazio
A Boeing non ne va una giusta. La compagnia americana che solca i cieli con i suoi aerei avrebbe dovuto inviare una navicella spaziale fino alla Stazione spaziale internazionale (Iss). A bordo della Starliner c'erano già due astronauti della Nasa, pronti a partire. Mancavano appena due ore e un minuto al famoso countdown. Ma un'anomalia ha fatto insospettire i tecnici dell'agenzia spaziale americana, che hanno così interrotto il lancio della navicella verso la stazione che orbita a 400 chilometri dalla superficie terreste.
Perché la Nasa è stata costretta a rimandare il lancio della Starliner
Barry Wilmore e Sunita Williams erano già alla loro postazione, seduti e imbracati in vista del lancio che sarebbe dovuto avvenire alle 22:34 (4:34 del mattino in Italia) a Cape Canaveral, in Florida. I due astronauti hanno atteso pazientemente, forti della loro esperienza complessiva di 500 giorni nello Spazio. Sono rimasti a bordo della navicella per un'ora prima di ricevere l'ordine di scendere e di aspettare in un furgoncino, in attesa di un secondo tentativo di lancio. Alla fine, però, non sono più risaliti: per garantire la sicurezza del lancio, la Nasa ha preferito rimandare la missione.
A insospettire i tecnici è stato un ronzio fin troppo familiare: lo stesso rumore era stato già registrato anni prima, con i primi tentativi di lancio della Starliner, all'epoca senza equipaggio. La responsabile dell'anomalia è stata una valvola situata nel secondo stadio del razzo Atlas V, che controlla la pressione del carburante. Per risolvere il problema, però, ci sarebbe voluto troppo tempo e così la Starliner avrebbe perso la finestra temporale per consentire il lancio. Così, la Nasa ha deciso di staccare la spina alla missione e di prepararsi per un secondo tentativo nei prossimi giorni.
Quando si tenterà il secondo lancio di Starliner
Non si sa ancora con sicurezza quando Starliner tenterà di nuovo il lancio verso la Iss. I giorni candidati, cioè quelli che garantiscono una finestra di lancio adatta, sono tre: martedì, giovedì e venerdì. Ma è probabile che la scelta ricadrà su quest'ultimo giorno. "Come ho già detto in precedenza, la prima priorità della Nasa è la sicurezza. Partiamo quando siamo pronti", ha scritto su X Bill Nelson, a capo della Nasa.
Se il lancio di venerdì dovesse avvenire con successo, alla fine delle 26 ore di viaggio i due astronauti passeranno quasi una settimana a bordo della stazione spaziale, per poi tornare a bordo della navicella e tentare un atterraggio nel mezzo del deserto statunitense grazie a un sistema di paracaduti che dovrebbero attutire l'atterraggio della Starliner. Proprio questo è l'obiettivo della missione: dimostrare che lo Starliner può unirsi alla flotta di navicelle che trasportano equipaggio e rifornimenti fino alla Iss.
I problemi di Nasa e Boeing
I continui rimandi non sono nuovi per le compagnie che solcano lo spazio. Anche SpaceX, l'azienda spaziale di Elon Musk, ci ha messo un po' prima di riuscire a portare sulla Iss la sua Crew Dragon. Da allora, cioè dal novembre 2020, i successi della compagnia spaziale privata hanno messo in ombra le operazioni della Nasa, che grazie alla Starliner avrebbe potuto riguadagnare terreno perduto.
Ma non si tratta di un'operazione delicata solo per l'agenzia spaziale americana. Anche per la Boeing si sarebbe trattato di un modo per associare il proprio nome a qualcosa di positivo, considerati i problemi degli ultimi mesi. A partire dall'incidente del Boeing dell'Alaska Airlines che ha perso un finestrino in volo, continuando poi con altri incidenti simili.
I guai non sono finiti "solo" con gli incidenti. A marzo è stata data la notizia della morte di John Barnett, un ex dipendente Boeing che aveva sollevato alcuni dubbi sugli standard di produzione dell'azienda. Poi, ancora, la morte altrettanto sospetta di un altro ex dipendente, Josh Dean, che come Barnett aveva denunciato le falle nella sicurezza dei Boeing 737.