Facebook pagherà 725 milioni di dollari agli utenti attivi tra il 2007 e il 2022 (ma solo negli Usa)
L’accordo è storico. Facebook ha accettato di pagare 725 milioni di dollari per risolvere una class action mossa dagli utenti che hanno accusato il social di concedere a Cambridge Analytica e ad altre app di terze parti l’accesso ai dati degli utenti. Nello specifico la cifra verrà pagata da Meta, la società fondata da Mark Zuckerberg che raccoglie anche Instagram e WhatsApp, oltre che un numero imprecisato di progetti sul Metaverso.
Tutto è partito dal caso di Cambridge Analytica. Nel 2018 questa società, che lavora ufficialmente nel campo della consulenza politica, è stata travolta da una serie di inchieste pubblicate su The New York Times e The Observer. Alcuni ex dipendenti hanno accusato l’azienda di aver collezionato dati da 87 milioni di utenti senza nessun permesso, spesso attraverso test online o giochi a cui partecipare direttamente da Facebook.
La class action contro Meta
Dopo le notizie sullo scandalo Cambridge Analytica diversi gruppi di utenti si sono uniti per una class action contro Meta. La società ora ha accordato un risarcimento da 725 milioni di dollari, il più alto mai concesso dalla sua fondazione. Il risarcimento infatti è stato esteso anche a tutti gli altri casi in cui Facebook ha usato i dati degli utenti senza permesso. Potenzialmente gli utenti che possono richiedere come rimborso una minima parte di questa cifra sono tutti quelli che hanno avuto un account attivo su questo social network tra il 24 maggio del 2007 e il 22 dicembre del 2022. L’unico requisito è quelli di aver un account aperto negli Stati Uniti.
Per capire se si ha diritto a un rimborso c’è un portale apposta, intitolato Facebook User Privacy Settlement. Si inseriscono i propri dati, il proprio username su Facebook e poi parte la richiesta. Non solo, si può anche scegliere un metodo di pagamento. Chi preferisce non diffondere altri dati in rete può anche inviare tutto via posta a un ufficio in Pennsylvania.