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Facebook e Instagram stanno rimuovendo i post che offrono pillole per l’aborto

Una giornalista di Associated Press ha fatto un post di prova in cui si offriva di inviare per posta pillole abortive. Tale post è stato rimosso un minuto dopo la pubblicazione.
A cura di Lorena Rao
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L'aborto è un tema che non piace a Meta. Prima ancora che la Corte Suprema ribaltasse la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, i dirigenti non approvavano dibattiti in merito tra i dipendenti. Questo per garantire un luogo di lavoro "non ostile". Adesso, con la cancellazione del diritto all'aborto a livello federale negli Stati Uniti, la società diretta da Mark Zuckerberg è impegnata nella rimozione di post che offrono pillole abortive, sia da Instagram che da Facebook. La scoperta è stata fatta da alcuni utenti.

Dopo la decisione della Corte Suprema risalente a venerdì scorso, diverse persone sui social si sono offerte di spedire farmaci abortivi a persone residenti in stati che hanno già reso illegale l'aborto o intendono farlo. Non sono pochi: secondo quanto riportato dal podcast americanista The Union, la decisione di rendere illegale o limitare l'aborto toccherà 21 stati e coinvolgerà oltre 37 milioni di donne in età riproduttiva.

La politica attuata da Meta ha spinto diversi esponenti della stampa a indagare. Una giornalista di Associated Press ha fatto un post di prova in cui si offriva di inviare per posta pillole abortive. Tale post è stato rimosso un minuto dopo la pubblicazione. Anche un altro giornalista di The Verge ha tentato un esperimento simile. Nel suo caso, sono stati necessari due minuti prima della rimozione del post. Gli esempi non finisco qui: domenica è stato sospeso per un breve periodo l'account su Instagram di Abortion Finder, un sito che consente di cercare fornitori di cure. Meta afferma che questo tipo di post viola la politica adottata dalla società per i prodotti farmaceutici.

Bisogna precisare che i social diretti da Mark Zuckerberg seguono una politica simile anche per la vendita, la donazione e il trasferimento di armi da fuoco e marijuana. Solo sulla carta, però. I giornalisti di Associated Press e The Verge citati prima hanno fatto altri post di prova legati alla spedizione via posta di armi ed erba, ma in alcuni casi la rimozione è arrivata dopo molto tempo, in altri non è avvenuta proprio. Una differenza di approccio che ribadisce uno degli slogan che ha preso piede in questi giorni negli Stati Uniti: una pistola ha più diritti e agevolazioni di una donna.

In risposta alle segnalazioni ricevute, il portavoce di Meta Andy Stone ha twittato che "i contenuti che tentano di acquistare, vendere, scambiare, regalare, richiedere o donare prodotti farmaceutici non sono consentiti". Stone ha inoltre aggiunto che i post contenenti informazioni sulla "economicità e accessibilità dei farmaci da prescrizione" sono consentiti e che la società sta lavorando per correggere i casi di "applicazione errata". Non ha però dato alcun chiarimento a proposito di come viene applicata la politica e perché vi sono delle discrepanze tra farmaci, armi da fuoco e marijuana. Con o senza risposte, la decisione di Meta rischia di isolare e limitare i principali fornitori di risorse abortive in un momento in cui la domanda all'interno degli Stati Uniti è molto elevata.

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