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Esplosione a Calenzano in deposito Eni

Esplosione Eni a Calenzano, il sito era a rischio “incidente rilevante”: dove sono gli altri in Italia

Secondo i dati del portale Ispra in Italia ci sono 974 siti industriali che sono a rischio di “incidente rilevante”. Controllando nell’elenco è possibile trovare capire dove si trovano e che tipo di sostanze trattano. La regione dove ci sono più siti industriali a rischio di “incidente rilevante” è la Lombardia: qui ne sono stati censiti 247.
A cura di Valerio Berra
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Nelle cronache delle ultime ore sull’esplosione del deposito Eni a Calenzano c’è una definizione che continua a tornare: lo stabilimento a pochi chilometri da Firenze, dove è stato avvertito il boato, era considerato a rischio di “incidente rilevante”. Dietro questa definizione c’è una storia giuridica che affonda le sue radice nel luglio del 1976, quando la Lombardia venne travolta da quello che ora è ricordato come il Disastro del Seveso.

Fanpage.it ha dedicato una puntata del suo podcast Ultrastorie per raccontare questo incidente. Tutto il Disastro del Seveso ruota attorno a una nube tossica che è fuoriuscita dall’azienda Industrie Chimiche Meda Società Azionaria, in Brianza. Una nube che poi si è fermata sopra la città di Seveso, causando l’evacuazione di parte dei suoi abitanti. Da questo episodio è nata la direttiva europea 82/501/CEE, più nota come direttiva Seveso.

Come vengono classificati gli stabilimenti a rischio

Il primo punto di questa direttiva è il censimento degli stabilimenti industriali in cui può verificarsi un incidente in grado di contaminare l’ambiente attorno. Quella che abbiamo dato è una definizione generica: le caratteristiche che deve avere questo stabilimento per entrare nelle categoria Rischio di Incidente Rilevante (RIR) sono spiegate negli allegati della direttiva. Vi anticipiamo solo che sono legate soprattutto al tipo di sostanze stoccate negli impianti.

La scheda del deposito Eni di Calenzano si può trovare sul portale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Qui leggiamo che lo stabilimento si occupava di stoccare i materiali che arrivavano dalla raffineria di Livorno:

“L’attività svolta nello stabilimento consiste nella ricezione, deposito (stoccaggio) e spedizione di benzina, gasolio e petrolio (kerosene). Tali prodotti arrivano nel Deposito di Calenzano tramite due oleodotti (del diametro di 8”) collegati con la Raffineria ENI di Livorno, per venire quindi stoccati in serbatoi atmosferici cilindrici (a tetto fisso o galleggiante) in attesa dell’invio alle pensiline di carico delle autobotti”.

Quali sono gli stabilimenti a “incidente rilevante”

L’archivio con i dati pubblici sugli stabilimenti considerati a rischio rilevante è gestito sempre da Ispra. Il portale per il pubblico è ben organizzato: si può analizzare e dividere per provincia, regione e stabilimento. In tutta Italia ci sono 974 siti che rientrano in questa definizione. Vi lasciamo i dati regione per regione. Lo specifichiamo, questi sono i dati forniti in chiaro da Ispra sugli stabilimenti che rientrano nella direttiva Seveso:

  • Abruzzo: 22
  • Basilicata: 10
  • Calabria: 17
  • Campania: 79
  • Emilia-Romagna: 87
  • Friuli Venezia Giulia: 29
  • Lazio: 52
  • Liguria: 30
  • Lombardia: 247
  • Marche: 18
  • Molise: 8
  • Piemonte: 82
  • Puglia: 29
  • Sardegna: 34
  • Sicilia: 61
  • Toscana: 54
  • Trentino Alto Adige: 11
  • Umbria: 13
  • Valle d’Aosta: 4
  • Veneto: 87
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