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Elon Musk ha tolto la spunta blu al Papa, e non solo

Il Ceo di Twitter ha deciso di pagare personalmente a tre prescelti l’abbonamento. Più che un regalo sembra un atto provocatorio verso chi si è schierato contro la sua decisione.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nel 1700 i nobili francesi indossavano le culottes, negli anni 2000 le celebrities hanno la spunta blu su Twitter. Poi arriva Elon Musk e cambia le regole del gioco, ora sulla piattaforma gli account filorussi che pubblicano cagnolini e fake news hanno il profilo certificato, il Papa no.

La spunta di Twitter altro non era che uno strumento di status, ce ne sono stati tanti nella Storia, parrucche, scarpe, coccarde, bastoni, orologi, pensato per rendere riconoscibili i personaggi famosi o autorevoli. Quando Jack Dorsey, fondatore di Twitter, dopo diversi tentativi (alcuni anche mal riusciti) promosse i profili certificati, spiegò che erano un modo per arginare la disinformazione e la proliferazione di profili falsi. E a grandi linee così è stato finché Twitter non è stato comprato da Elon Musk per 44 miliardi di dollari. Il nuovo Ceo ribalta tutto, e dopo annunci su annunci, alcuni veri e altri falsi, lancia le spunte a pagamento e revoca dai profili già certificati il bollino. Non basta essere Beyoncé, Bill Gates, o Cristiano Ronaldo, se vuoi il certificato blu devi pagare.

Chi ha perso la spunta blu?

È iniziato ieri il taglio di teste, nelle ultime ore sono scomparsi a macchia di leopardo i bollini blu su Twitter. L’ha persa Hillary Clinton, nemmeno Donald Trump ha la spunta sul social, ma l’ex presidente almeno per ora ha deciso di investire su altri social, quindi non stupisce che la sua pagina Twitter, in silenzio dal 2021, non abbia il certificato. Il mondo dello spettacolo sembra aver rifiutato il ricatto di Musk, e infatti la lista di star a cui è scomparsa la spunta blu è lunga: Lady Gaga, Justin Bieber, Beyonce, Kim Kardashian, Jay-Z, Oprah Winfrey, Harry Styles, Robert Downey Jr, e Blake Lively. La scrittrice fantasy JK Rowling, non ha più la spunta blu, come anche Cristiano Ronaldo, o Bill Gates, e lo stesso fondatore di Twitter Jack Dorsey. In alcuni casi, la spunta blu è scomparsa e poi riapparsa, e non tutti i profili verificati l’hanno persa, per ora.

L’account di Papa Francesco, è rimasto senza spunta blu, anche il patriarca di Mosca Kirill e il leader supremo iraniano Khamenei. Rimane invece al Dalai Lama, non è chiaro se la presenza o meno del certificato dipenda dalle tempistiche o da scelte strategiche della piattaforma. Molto probabilmente basta aspettare per veder scomparire uno a uno  i blue check sullo sfondo nero.

I prescelti di Elon Musk

Ma su Twitter non sono tutti uguali, e se prima il parametro per ottenere la spunta era l’autorevolezza o la notorietà, ora per averla gratis bisogna essere amici del Ceo. Sembra infatti che i dipendenti di Twitter abbiano alzato i telefoni aziendali per comunicare a una stretta cerchia di fedeli che Elon Musk “in persona”, avrebbe regalato l’abbonamento Twitter blue. Nella lista Vip sembrano esserci il giocatore di basket LeBron James, l'attore William Shatner, e lo scrittore Stephen King, che era stato tra i primi a condannare pubblicamente la spunta blu a pagamento tanto da discutere con lo stesso Musk proprio su Twitter. Ora lo scrittore ha twittato: “Il mio account Twitter dice che mi sono abbonato a Twitter Blue. Non l’ho fatto. Il mio account Twitter dice che ho dato un numero di telefono. non ce l’ho.”

Elon Musk, forse in segno di pace ha commentato: “Sei il benvenuto, namastè" e poi sempre sul social ha aggiunto che sono tre i prescelti a cui pagherà l'abbonamento blu: “Solo Shatner, LeBron e King”. Tutti hanno una cosa in comune: si sono schierati contro le spunte blu a pagamento e hanno discusso con Musk sul tema."Immagino che la mia spunta blu sparirà presto, perché se mi conoscete non pagherò i 5″, aveva twittato LeBron James. È quindi probabile che la mossa del Ceo sia un atto provocatorio verso chi si è permesso di contestare le sue politiche nel suo regno.

La politica dei certificati a pagamento

Elon Musk aveva annunciato sin da subito l’idea di monetizzare i profili su Twitter. Ha dato diverse spiegazioni per motivare la scelta, attingendo anche (e in modo poco credibile) alla lotta di classe. Aveva infatti scritto: “L'attuale sistema fatto da signori e contadini di Twitter per chi ha o non ha la spunta blu è una stronzata. Potere al popolo! Blu per 8 dollari al mese”. Ha poi spiegato tutti i vantaggi che si potranno avere con la spunta blu: “Con la spunta blu riceverai: priorità nelle risposte, nelle menzioni e nella ricerca, essenziale per sconfiggere lo spam/truffa, possibilità di pubblicare video e audio lunghi e avrai la metà degli annunci”.

Al di là dei signori e dei contadini, la spunta a pagamento è un modo per raccogliere tutte le risorse possibili dalla piattaforma. Una mossa, anche abbastanza pericolosa che si inserisce lungo un filone già tracciato da Musk. la corsa al risparmio, i licenziamenti a cascata, i tagli nelle aree di moderazione hanno trasformato Twitter in un selvaggio west dove tutti possono dire tutto. Lo stesso sistema delle spunte a pagamento ha causato disinformazione e caos. Sono spuntati account falsi ma “verificati”, tra questi il profilo di Gesù Cristo, quello di LeBron James (tra i prescelti del Ceo) che annunciava di lasciare per sempre i Lakers, o Super Mario fake che twittava insulti razzisti. I certificati di autenticità sono anche stati usati come attestato di credibilità da account filorussi o di propaganda che diffondevano notizie pro Russia false.

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