Elon Musk sta cercando un nuovo Ceo per Twitter? La strategia dopo la sconfitta al referendum
“Eppure mi ricorda qualcosa”. Il commento più affilato all’ultimo sondaggio proposto da Elon Musk è quello di Matteo Renzi che ha voluto tracciare una linea rossa con quel Referendum costituzionale che nel 2016 gli è costato la presidenza del Consiglio. Eppure il paragone regge. Con oltre 17 milioni di voti gli utenti di Twitter hanno chiesto a Elon Musk di fare un passo indietro dal ruolo di Ceo. E tutto è iniziato proprio con un sondaggio lanciato dall’ormai secondo uomo più ricco del mondo.
Musk prende questi sondaggi molto seriamente. E infatti aveva detto che avrebbe seguito l’esito il volere del pubblico. D’altronde Vox Populi, Vox Dei, come aveva chiarito lui stesso: “Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio”. A più di 24 ore dal sondaggio tuttavia non c’è stata nessuna presa di posizione ufficiale. Musk è ancora ben saldo al suo posto e nelle ultime ora ha scelto solo di pubblicare contenuti delle sue aziende e rilanciare qualche estratto dei Twitter Files, la serie di inchieste nate dalla diffusione di documenti interni a Twitter.
Le indiscrezioni: “Sta cercando qualcuno per sostituirlo”
Anche se (quasi) tutto tace, secondo la stampa statunitense ci sarebbe già qualche nuovo contatto all’orizzonte. Il giornalista David Faber della Cnbc ha anticipato al suo giornale che Musk sarebbe alla ricerca di un nuovo Ceo. La mossa in sé non sarebbe del tutto intesa, sia per il ruolo quasi sacro che Musk ha dato ai sondaggi sia perché il suo obiettivo è sempre stato quello di lasciare ad altri la guida del social, come aveva già spiegato a inizio novembre: “Mi aspetto di ridurre il tempo che dedico a Twitter e trovare qualcun altro che gestisca Twitter nel futuro”.
Il crollo delle azioni di Tesla
La scelta di acquistare Twitter non è stata apprezzata dagli investitori che hanno scommesso nelle aziende di Musk. Da inizio settembre ad oggi il valore delle azioni di Tesla, una delle casseforti più importanti di Musk, hanno subito un crollo quasi verticale. Attorno ai primi giorni di settembre venivano scambiate per 207 euro, oggi arrivano a solo a 134 euro per azione.