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Elon Musk sotto indagine: perché due giorni prima della sua testimonianza si è tirato indietro

La Sec ora chiede alla Corte di costringere Musk a presentarsi per capire se ha violato le leggi federali sui titoli nel 2022 quando ha acquistato azioni su Twitter.
A cura di Elisabetta Rosso
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Elon Musk è sotto indagine. La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, l'agenzia federale di controllo della Borsa, ha fatto causa al miliardario perché si rifiuta di testimoniare. Per capire cosa sta succedendo è necessario però fare un passo indietro. A marzo 2022 Elon Musk ha acquistato una partecipazione del 9,2%, diventando l'azionista di maggioranza di Twitter, che ha ribattezzato poi X. Ora la Sec vuole verificare se l'operazione e le sue dichiarazioni sugli investimenti durante l'acquisizione abbiano infranto le leggi che regolano le transazioni delle società quotate.

Il proprietario della piattaforma si sarebbe dovuto presentare il 15 settembre per testimoniare, eppure la Sec ha spiegato che "due giorni prima della sua testimonianza programmata, Musk ha improvvisamente informato lo staff della SEC che non si sarebbe presentato", non solo, avrebbe anche sollevato "obiezioni discutibili, per esempio che San Francisco non fosse il luogo appropriato per l’incontro". L'agenzia ha proposto quindi Fort Worth, in Texas, più vicino a Musk, e ha messo sul tavolo anche altre possibili date, "questi sforzi in buona fede si sono scontrati con il rifiuto categorico di Musk di comparire per una testimonianza". Ora la Sec chiede alla Corte di costringere Musk a presentarsi per dare la sua testimonianza. Il miliardario ha risposto con un post su X: “È assolutamente necessaria una revisione completa di queste agenzie, insieme a una commissione che intraprenda azioni punitive contro quegli individui che hanno abusato del loro potere normativo per guadagni personali e politici”.

La difesa di Elon Musk

L’indagine vuole capire se Musk abbia violato le leggi federali sui titoli nel 2022 quando ha acquistato Twitter. La SEC ha dichiarato di aver citato in giudizio Musk a maggio 2023, chiedendogli di dare una testimonianza presso l'ufficio dell'agenzia a San Francisco. Musk aveva accettato in un primo momento, poi si è tirato indietro spiegando che la Sec lo stava "molestando" e che il suo avvocato, Alex Spiro, avrebbe avuto bisogno di tempo per rivedere la biografia di Elon Musk. Nel libro, pubblicato il 12 settembre, infatti ci sarebbero alcuni passaggi, dove viene raccontata l'acquisizione di Twitter, che potrebbero rivelarsi utili ai fini delle indagini. Non solo, Spiro ha anche aggiunto: "La Sec ha già raccolto la testimonianza di Musk più volte in questa indagine fuorviante, basta così".

La lunga guerra con la Sec

In realtà è una guerra che dura da tempo quella tra Musk e la Sec, e risale al 2018, quando il miliardario aveva deciso di privatizzare Tesla. L'agenzia lo aveva accusato di diffondere su Twitter "dichiarazioni che in modo falso suggerivano che se avesse voluto sarebbe stato virtualmente in grado di operare un delisting di Tesla a un prezzo di acquisto che rifletteva un premio sostanziale rispetto ai livelli di Tesla, che i fondi per la transazione multi miliardaria erano assicurati e che l'unica mossa da attendere era il voto degli azionisti". Per questo Musk è stato costretto a pagare una multa da 20 milioni di dollari, e si è dovuto dimettere dalla carica di presidente della società.

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