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Conflitto Israelo-Palestinese

“Elon Musk hai 24 ore per eliminare le fake news sulla guerra in Israele”: l’ultimatum dell’Ue

L’Unione europea ha inviato una lettera urgente al patron di X. Sul social sono diventati virali contenuti falsi, fuorvianti e illegali, e Bruxelles è pronta ad adottare misure punitive se non vengono rimossi tempestivamente.
A cura di Elisabetta Rosso
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Licenzia i moderatori, aggiungi le spunte blu a pagamento e progetta un algoritmo per promuovere i contenuti ad alto tasso di coinvolgimento. Poi scoppia la guerra tra Israele e Hamas, ed ecco la tempesta perfetta. Elon Musk ha trasformato X in una sabbia mobile che risucchia contenuti reali e sputa fuori fake news. Negli ultimi giorni scorrendo il social sono apparsi video controversi, violenti, falsi, vecchi di anni, che pretendono di raccontare una guerra complessa. Alcuni superano il milione di visualizzazioni. Per questo l'Unione europea ha inviato una lettera urgente al patron di X, chiedendogli di fermare immediatamente la diffusione di fake news sulla sua piattaforma.

Nella lettera, che è stata firmata dal commissario al mercato unico Thierry Breton, si legge: "In seguito agli attacchi terroristici compiuti da Hamas contro Israele, abbiamo indicazioni che la vostra piattaforma viene utilizzata per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell'UE. I media pubblici e le organizzazioni della società civile riportano moltissimi casi di immagini e fatti falsi e manipolati che circolano sulla piattaforma nell’UE, come vecchie immagini riproposte di conflitti armati non correlati, o filmati militari che in realtà hanno avuto origine da videogiochi. Sembra che si tratti di informazioni manifestamente false o fuorvianti".

Breton ha poi esortato Musk a disporre misure di mitigazione proporzionate ed efficaci per affrontare i rischi per la sicurezza pubblica. L'UE esige quindi "una risposta tempestiva, accurata e completa" nelle prossime 24 ore. "Permettetemi di ricordarvi che il Digital Services Act stabilisce obblighi molto precisi riguardo alla moderazione dei contenuti", ha aggiunto Breton.

Elon Musk si è tirato indietro

Partiamo proprio dal Digital Services Act citato da Breton. Musk a maggio ha deciso di ritirarsi dal codice di condotta europeo per combattere la disinformazione (come se non gli servisse in modo disperato). Il Digital Services Act europeo, è il regolamento che obbliga le Big Tech ad adottare precauzioni e politiche trasparenti per contrastare la disinformazione sui social. Nella lista degli "osservati speciali" c'è anche X. Eppure Elon Musk ha deciso di fare un passo indietro.

In realtà l'adesione al codice di condotta è volontaria, quindi Musk non ha infranto la legge europea, ma di sicuro ha creato una profonda spaccatura con l'Unione, soprattutto ora che è pronta a implementare nuove regole contro la disinformazione online. C'è un ma. L'UE ha spiegato che chi non aderisce al codice di condotta volontario non potrà invocare “attenuanti” nel caso vengano messe in atto misure punitive. E infatti, sempre nella lettera, Breton ha sottolineato: "Ricordo che a seguito all’apertura di un’eventuale indagine e dell’accertamento di non conformità potranno essere adottate sanzioni”. Per essere conforme al DSA, X dovrebbe disporre di un meccanismo che consenta agli utenti di segnalare contenuti illegali, agire in base alle notifiche "rapidamente", e adottare misure per affrontare la diffusione delle fake news.

Le richieste dell'Unione europea

La replica di Musk arriva con un post su X, dice: “Per favore elenca le violazioni a cui alludi su X, in modo che il pubblico possa vederle”. Sotto si legge la risposta di Breton: "Sta a te dimostrare che mantieni la tua parola". In realtà già nella lettera il commissario per il mercato interno aveva lasciato a Musk un elenco. Riprendiamo i punti salienti: “In primo luogo, devi essere molto trasparente e chiaro su quali contenuti sono consentiti e applicare in modo coerente le tue politiche. Ciò è particolarmente rilevante quando si tratta di contenuti violenti e terroristici che sembrano circolare sulla tua piattaforma."

Poi continua: “In secondo luogo, quando ricevi avvisi di contenuti illegali nell’UE, devi essere tempestivo, diligente e obiettivo nell’agire e rimuovere il contenuto pertinente quando giustificato. Abbiamo, da fonti qualificate, segnalazioni di contenuti potenzialmente illegali che circolano sul vostro servizio nonostante le segnalazioni delle autorità competenti." Breton ha anche chiesto a Musk di “garantire urgentemente che i sistemi siano efficaci” e di riferire immediatamente all’UE sulle nuove misure adottate. "Data l'urgenza, mi aspetto anche che siate in contatto con le autorità preposte all'applicazione della legge e con Europol, e che vi assicuriate di rispondere prontamente alle loro richieste", ha aggiunto.

L'allarme dei ricercatori

"Per molte ragioni, questo è il momento più critico. Non è mai stato così difficile coprire una crisi", ha scritto su X Justin Peden (il suo nickname è Intel Crab), è un ricercatore di intelligence open source (Osint) e fact-checker dell'Alabama, e sta cercando con il suo team di raccontare la guerra tra Israele e Hamas. "I link credibili ora sono foto. Sul campo i notiziari faticano a raggiungere il pubblico senza il segno della spunta blu che costa. Gli scagnozzi xenofobi vengono potenziati dal CEO della piattaforma. Fine del gioco, gente."

Peden ha spiegato a Wired Us che “è stato difficilissimo trovare le informazioni preliminari e condividere video e foto. C'è questa tempesta perfetta in cui sul campo le fonti preliminari non vengono amplificate, soprattutto quelle che forse non parlano inglese", la maggior parte degli utenti che abita nella zona di guerra.

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