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Elon Musk ha ridato l’account a uno dei più pericolosi complottisti di internet

Alex Jones guida la piattaforma InfoWars. Nel corso degli anni da qui ha diffuso molte teorie del complotto, compresa quella sulla strage di Sandy Hook. Le sue fake news gli hanno causato diverse condanne, compreso un risarcimento di oltre 1,4 miliardi di dollari.
A cura di Valerio Berra
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Chiunque si sia occupato di complotti prima o dopo ha incrociato la storia di Alex Jones. Classe 1974, al secolo Alexander Emerick Jones, il suo nome è legato a uno delle teorie del complotto più feroci che abbiamo mai attraversato il web. Il suo account era stato bloccato nel 2018 da Twitter ma Elon Musk lo ha riportato sulla piattaforma dopo un sondaggio. Certo, dal suo blocco a oggi Twitter ha cambiato nome e proprietà.

Il 9 dicembre con un sondaggio pubblicato sul suo account da oltre 160 milioni di follower Elon Musk ha chiesto: "Riportereste Alex Jones su questa piattaforma? Vox Populi, Vox Dei”. Al sondaggio hanno votato circa due milioni di utenti, che siano veri o bot non è dato saperlo. E così Musk ha ridato l’account a Alex Jones: “Le persone hanno parlato, così dovrà essere”.

Non solo. Alex Jones ha subito ripreso la sua attività, ferma dal settembre del 2018. Ha pubblicato tweet che rimandavano a InfoWars, la sua piattaforma. E ancora. Ha partecipato a un Twitter Space e ha annunciato un’intervista con Elon Musk. Un ritorno celebrato da migliaia di utenti. Il post dell’intervista a Musk ha ricevuto 4 milioni di impression e oltre 16.000 retweet.

La strage nella scuola di Sandy Hook

Il 14 dicembre del 2012 nella scuola di Sandy Hook in Connecticut è entrato Adam Lanza, un ragazzo di 20 anni. Ha iniziato a sparare a chiunque fosse all’interno. Soprattutto ai bambini. 27 morti, 20 dei quali avevano tra i 6 e i 7 anni. Adam si è suicidato prima che la polizia potesse arrestarlo.

Alex Jones attraverso InfoWar ha cominciato a diffondere teorie del complotto sulla strage. Ha suggerito che la strage non fosse mai esistita, che i parenti delle vittime fossero stati pagati dal governo e che avessero semplicemente recitato davanti alle telecamere. I parenti delle vittime sono stati attaccati da chi ha creduto a questi complotti, fino ad essere minacciati di morte.

Il ruolo di Alex Jones nella diffusione di queste teorie è stato riconosciuto anche dai tribunali del Texas e del Connecticut. Jones è stato condannato al pagamento di oltre 1,4 miliardi di dollari per rimborsare i danni provocati da queste continue minacce alle famiglia. Rimborso che al momento non sembra essere stato pagato, visto che nel dicembre 2022 Jones ha dichiarato bancarotta.

Elon Musk tempo fa si era rifiutato di riportare Jones su X. Non solo, per giustificare la scelta di chiudere la piattaforma a Jones aveva citato la morte del suo primogenito. Il primo figlio di Elon Musk è morto nel 2002 dopo dieci settimane di vita: “Il mio primogenito è morto tra le mie braccia. Ho sentito l’ultimo battito del suo cuore. Non ho pietà per chiunque utilizzi la morte di bambini per guadagno, politica o fama”.

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