Edoardo Prati, l’influencer che parla solo di letteratura: “Canto Virgilio, il sapere è del popolo”
Non è una maschera. O almeno, dopo 20 minuti di telefonata ci sembra difficile che la persona con cui abbiamo parlato si sia vestita esattamente con gli stessi panni che indossa sui social. Edoardo Prati, classe 2004, è un creator. Uno di quelli più curiosi che stanno collezionando visualizzazioni in questo periodo. Gentile, attento alle parole, parla con voce dolce e profonda.
Ha 320.000 follower su Instagram, 160.000 su TikTok. Non è l’ennesimo che fa comedy, non ruba storie ai giornali per raccontarle, non copia format americani. Edoardo si occupa di letteratura. Legge e spiega alla sua community i classici della letteratura italiana e latina. I suoi video più virali? Quelli in cui legge versi latini in metrica.
Domanda semplice. Cosa hai studiato al liceo?
Ho fatto il liceo Classico a Rimini e ora studio lettere classiche a Bologna.
Voto di Maturità?
Non lo dico. È una scelta che ho preso quando ho iniziato a fare video sui social, non voglio in alcun modo condizionare il pensiero delle persone che guardano i miei video con i voti.
Quando hai iniziato a fare video?
Ho iniziato nel 2020 ma sono vecchi video che adesso non esistono più. All’inizio volevo solo ripetere quello che studiavo prima delle interrogazioni. L’idea era: se riuscivo a sintetizzare un argomento in un minuto, allora potevo esporlo.
Ti ricordi i primi video che sono andati virali?
Quelli della metrica cantata hanno sollevato subito interesse.
Sono video in cui tu canti dei versi latini con una melodia sotto, senza seguire solo la scansione ritmica.
Era qualcosa che affascinava me, pensavo che potesse piacere anche ad altri.
Cosa ha funzionato nei tuoi video? Come hai fatto a diventare virale?
Io credo che oggi, alle porte dell’intelligenza artificiale, sia il momento in cui nel cuore dei ragazzi si sia risvegliato un po’ di interesse verso la conoscenza di se stessi e della propria vita dentro un panorama più ampio che ci presenta la letteratura.
Non vedo molte pubblicità o collaborazioni con i brand sul tuo profilo.
Io rifiuto una quantità infinita di proposte. Non vendo i miei ideali per 3.000 euro. Penso che però sarebbe affascinante trovare un brand che vuole sponsorizzare un prodotto attraverso una pubblicità di valore. Al momento però non vedo molti brand illuminati.
Come ti vedi tra cinque anni?
Ma non lo so. Faccio parte di quella fetta di popolazione fortunata che è riuscita a rendere possibilmente monetizzatile la sua passione. Ma vediamo. Ho spesso pensato di dedicarmi all’accademia e all’insegnamento universitario. Nello specifico italianistica e letteratura latina.
Chi è il pubblico che ti segue?
Molto vario. Ci sono ragazzi giovanissimi e persone che hanno anche 50 anni.
Chi scambio avete?
Purtroppo la dinamica dei social rende lo scambio con il pubblico molto semplice. Di solito loro mi fanno dei complimenti e io ringrazio. Quando invece mi fermano per strada allora cerco di cambiare queste dinamiche. L’altro giorno ho incontrato un ragazzo che stava facendo il dottorato, dopo la foto gli ho chiesto di spiegarmi l’apofonia latina.
I tuoi professori sanno dei video?
Non credo ma un professore serio se mi vedesse sui social non me lo direbbe. Ho avuto scambi con altri professori universitari, non miei. Anche perché io ho una tremenda sindrome dell’impostore ma ricerco molto l’approvazione dei docenti.
C’è un libro da cui è cominciato questo amore per la letteratura?
Forse il Giulio Cesare di Shakespeare. Ma sa, nemmeno. La letteratura mi ha sempre emozionato, sono sempre stato predisposto alla riflessione.
Parli sempre di autori classici, c’è qualche contemporaneo che leggi?
Paolo Nori. È una persona colta, scrive con grande intelligenza e ha uno stile assolutamente interessante.
Programmi qualche evento o qualche lettura pubblica?
Mi piacerebbe ma i miei studi mi occupano molto. Programmerò qualcosa per questa estate.