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È morto Martin Goetz, la persona che ha permesso di nascere a buona parte di internet

Nel 1968 Martin Goetz è stato il primo informatico negli Stati Uniti a cui è stato riconosciuto il brevetto di un software. Da qui è partito un mercato che oggi vale miliardi di dollari.
A cura di Valerio Berra
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Facebook, Excel, Instagram, WhatsApp, WordPress, Word, Minecraft e Fortnite, l’app con cui avete aperto questa pagina, quella con cui avete incontrato quella ragazza l’altra sera, quella con cui avete segnato tutto quello vi serve comprare al supermercato. Di queste app, o almeno delle più note, abbiamo imparato a conoscere il nome dei fondatori o quello dei loro Ceo. Ma nulla di tutto questo sarebbe esistito senza un uomo il cui nome è noto solo una piccolo gruppo di addetti ai lavori.

Martin Goetz è stato il primo programmatore che ha ottenuto un brevetto su un software negli Stati Uniti. Nel 2007 la rivista Computerworld lo ha celebrato come “innovatore non celebrato” del settore informatico. Goetz ha ottenuto il suo primo brevetto nel 1968, grazie a un programma per immagazzinare i dati. Questo passaggio semplice, all’apparenza puramente burocratico, ha permesso a Goetz di aprire un mercato completamente nuovo.

Goetz è morto il 10 ottobre scorso a 93 anni a Brighton, nel Massachusetts. La notizia è stata svelata solo negli ultimi giorni. Il New York Times spiega che secondo la figlia, Karen Jacobs, la causa della morte sarebbe stata una forma di leucemia.

Come funzionavano i brevetti per il software

Il merito di Goetz è stato quello di riconoscere il contributo originale dei software di terze parti. Se prima il software era legato alla macchina su cui lavorava, con quel brevetto è stato chiarito che chiunque è in grado di sviluppare un software autonomo, compatibile con le macchine che preferisce.

E soprattutto che quel software è una proprietà intellettuale e che, come tale, può essere venduta o data in licenza. Quando ha ricevuto il brevetto Goetz lavorava alla Applied Data Research. Dalle sue dichiarazione sembra che ottenere questa certificazione ci abbia messo parecchio tempo: “Ero stato coinvolto nella discussione sulla brevettabilità del software per circa tre anni. Sapevo che prima o poi l'ufficio brevetti l'avrebbe riconosciuto”.

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