È morto Kevin Mitnick, breve storia dell’uomo che è stato “l’hacker più ricercato al mondo”
“Chi ama giocare a scacchi sa che basta sconfiggere l’avversario”. Togliete scacchi, mettete codici e computer e avrete un’ottima sintesi della biografia di Kevin Mitnick. Nelle ultime ore la notizia della sua morte è stata confermata da varie fonti. Mitnick aveva 59 anni, la sua compagna aspettava il loro primo bambino. È morto per una serie di complicazioni mediche legate a un tumore al pancreas. Il suo nome nella storia di internet sarà associato a un solo titolo “l’hacker più ricercato del mondo”. Se avete tempo, per questa estate lasciate pure a casa (meglio sugli scaffali) qualche libro su diete e autoaiuto e portatevi l’Arte dell’Inganno, uno dei libri di Mitnick tradotti in Italia. Dentro sono condensati una serie di racconti che chiariscono cosa vuol dire essere un hacker, con tutte le sfumature di grigio che ci sono dentro questa parola.
Chi era Kevin Mitnick
Mitnick ha giocato, e spesso sconfitto, contro tutti i sistemi di regole che ha incontrato. A 12 anni aveva trovato un modo per viaggiare gratis sui bus usando un scheda già perforata, simile a quella in dotazione ai controllori. A 17 anni aveva cominciato a confrontarsi con i sistemi di sicurezza delle compagnie telefoniche. Non serviva un computer per rubare dati personali e brevetti. Bastava qualche tecnica di persuasione e un po’ di improvvisazione.
Mitnick chiamava, si fingeva prima un tecnico, poi un dipendente e poi ancora un supervisore e alla fine riusciva ad accedere a tutti i dati dell’azienda che gli interessavano. I risultati raccontati nel suo libro erano sbalorditivi. Certo. Quelli che potevano sembrare piccoli atti eversivi nel tempo sono diventati crimini federali. Mitnick, che ha spesso contestato le accuse, è stato ritenuto colpevole di essersi intrufolato tra gli anni ’80 e gli anni ’90 in centinaia di banche dati.
L’FBI ha cominciato una caccia all’uomo che ha portato al suo arresto il 15 febbraio del 1995, a cui poi è seguita una condanna a 5 anni di carcere. Kent Walker, ex assistente procuratore a San Francisco, ha detto di lui: “Aveva accesso a segreti commerciali aziendali del valore di milioni di dollari. Era una minaccia enorme”. Secondo il New York Times per i tre anni successivi al suo rilascio non ha potuto usare un computer o un telefono senza un supervisore.