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È il momento di comprare azioni Tesla? Cosa sapere sulla crisi dall’azienda di Elon Musk

Tesla è crollata in Borsa e così è crollato anche il valore delle sue azioni. Al momento vengono scambiate per 227 euro, a fine dicembre superavano i 423 euro. Prima di farsi ingolosire e procedere con l’acquisto, è il caso di capire meglio le ragioni della crisi di Tesla e il parere degli analisti.
A cura di Valerio Berra
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Il momento televendita non ha avuto l’effetto sperato. L’immagine di Donald Trump davanti alla Casa Bianca con una Tesla Model S rossa doveva essere il primo punto per rilanciare quella che fino a pochi mesi fa era una caso di successo fulminante, almeno nel mercato automobilistico. Tesla è stata fondata nel 2003, non da Elon Musk, e in poco più di 20 anni è diventata l’azienda di auto con la più alta capitalizzazione di mercato.

I motivi sono tanti e non sono legati ai volumi di produzione. Nel 2024 Tesla ha venduto 1,789,226 veicoli. Toyota, giusto per citare un altro marchio, è arrivata a 10,8 milioni. Eppure l’interesse attorno a Tesla è molto più alto. Sia per i modelli venduti, Model Y è stata l’auto più venduta al mondo nel 2024, sia per le tecnologie che potrà sviluppare in altri campi. I Tesla Robots sono solo una delle forme che potranno prendere i brevetti di Tesla.

Cosa c’è dietro alla crisi di Tesla

O almeno. Questa era la narrazione fino poche settimane fa, quando il titolo Tesla ha cominciato a crollare. I motivi sono tanti. La percezione di Elon Musk è cambiata. L’entusiasmo bipartisan attorno alle sue aziende si è affievolito una presa di posizione dopo l’altra, sono cominciate le proteste contro rivenditori e proprietari di Tesla. Meno violenti, ma indicativi, gli adesivi apparsi su alcuni modelli: “L’ho comprata prima che diventasse pazzo”.

E ancora. Gli effetti dei dazi imposti da Donald Trump potrebbero impattare nella produzione futura di Tesla. Interessante il fatto che l’azienda abbia inviato una lettera non firmata direttamente a Donald Trump in cui spiega che alcuni dei componenti necessari per costruire le batterie al litio sono praticamente introvabili negli Stati Uniti. Il problema, da questo punto di vista, vale anche al contrario.

Con la guerra commerciale aperta da Donald Trump, Tesla non solo rischia di avere problemi a reperire materiali per le sue componenti ma anche per vendere i suoi veicoli. I dati peggiori arrivano dalla Cina. A gennaio Tesla ha perso l’11,5% sull’anno precedente, a febbraio il 49%. Il calo non è dovuto solo ai dazi o all’immagine di Musk. Ormai ci sono anche altri brand che stanno prendendo piede nel settore delle auto elettriche, a partire dalla cinese BYD che dal 2022 ha iniziato a concentrarsi solo su veicoli elettrici o plug-in. E il problema va molto oltre all’elettrico. Il numero di automobili prodotte in Cina sta crescendo anno dopo anno. Nel 2023 sono state oltre 30.000.000, negli Stati Uniti circa 10.000.000.

GOOGLE FINANCE | Andamento azioni Tesla
GOOGLE FINANCE | Andamento azioni Tesla

Cosa dicono gli analisti di JPMorgan sulla crisi di Tesla

Insomma. I motivi della crisi di Tesla sono complessi e non riguardano solo il rapporto di Elon Musk con Donald Trump. Quindi se vi state facendo ingolosire dal prezzo basso delle azioni, ci sono un paio di opinioni di analisti di JPMorgan che vi lasciamo da leggere. JP Morgan è la banca con la capitalizzazione di mercato più alta al mondo. Come riporta Business Insider, gli analisti di JPMorgan hanno spiegato di non aver mai visto una perdita di valore del genere nel mercato automobilistico: “Il calo delle vendite di Tesla nel 2025 non è specifico di una nazione o di un'area geografica. Facciamo fatica a pensare a qualcosa di analogo nella storia dell'industria automobilistica”.

Le previsioni di JPMorgan per Tesla, almeno al momento, sono che il titolo dovrebbe continuare a perdere punti. Al momento le azioni Tesla vengono scambiate per 247 dollari ma secondo gli analisti potrebbero scendere fino a 135 dollari. Guardando il piano aziendale invece, per il 2025 ci sono due appunti che potrebbero cambiare le carte in tavola: i test del robotaxi Tesla a Austin (previsto per fine estate) e il lancio sul mercato di Optimus, il robot umanoide. Certo, sempre che non ci siano rimandi: vedi Cybertruck.

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