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È davvero una buona idea pagare con il nostro corpo? Il progetto per sostituire le carte con i palmi

Le nostre informazioni biometriche sono estremamente preziose e vulnerabili. Immaginiamo che finiscano nelle mani sbagliate o che vengano hackerate. Una carta di credito rubata si blocca, si cambia, entro una settimana ne abbiamo una nuova. Il palmo della mano è impossibile da sostituire.
A cura di Elisabetta Rosso
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Le mani di un uomo sono la carta d’identità della sua anima, diceva László Földényi, saggista e storico ungherese. Ora sono molto di più. Un documento di identità, un pass per la verifica dell'età, un metodo di pagamento. Basta mostrare il palmo. Sempre più aziende e agenzie governative vogliono leggere il nostro corpo. La Transportation Security Administration ha iniziato a scansionare i volti dei passeggeri invece di controllare i documenti di identità. Amazon One invece collega i palmi delle mani con carte di credito e debito. La promessa è ridurre le file e aumentare l'efficenza dei sistemi, da quelli di pagamento a quelli di controllo. Secondo Google Intelligence è solo questione di tempo, entro il 2026 a livello globale saranno effettuati quasi 5,8 trilioni di dollari in pagamenti annuali tramite dati biometrici, con oltre tre miliardi di utenti previsti.

I processi biometrici assomigliano ai sistemi di riconoscimento facciale e di impronte digitali, ma sono diversi. I nostri telefoni e laptop conservano le nostre informazioni biometriche. Per funzionare invece i servizi raccolgono, estraggono i nostri dati e li archiviano nel cloud. Quindi vale la pena capire come funzionano per decidere se abbiamo davvero voglia di dare la nostre mani per tagliare la fila di un minuto e mezzo. 

Il progetto Amazon One per i pagamenti con i dati biometrici

Amazon One usa i palmi e la struttura delle vene sottostanti per creare una specie di firma creata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale generativa e verificata dagli scanner Amazon One per operazioni d'acquisto, verifica dell'età, o ingresso. Non solo Amazon anche, Tencent, la società proprietaria del sistema di pagamento WeChat Pay, sta testando da mesi dispositivi di pagamento basati sull'impronta palmare.

I sistemi di pagamento biometrico si basano sul riconoscimento di una persona in base a misurazioni uniche, come la forma del viso o le vene presenti sul palmo della mano. I sistemi abbinano le informazioni presentate al momento del pagamento con i dati precedentemente raccolti durante la registrazione. Come dicevamo qua sta la principale differenza, i tuoi dati sono registrati nel cloud, le nostre firme biometriche sono salvate nei database. Non sui nostri dispositivi.

“Ogni volta che affidi i tuoi dati a una società privata, ti stai fidando che quella società mantenga quei dati al sicuro. E il più delle volte, probabilmente non dovresti”, ha spiegato Evan Greer, direttore di Fight for the Future, organizzazione di difesa dei diritti digitali, a CNBC, “le aziende hanno una pessima reputazione nel proteggere le nostre informazioni personali”.

Il problema dei deepfake nei pagamenti digitali

Se qualche anno fa sarebbe stato almeno un sistema più sicuro, in quanto unico e difficilmente replicabile, con l'arrivo dei deepfake ultrarealistici non è più così. Come ha sottolineato anche Hafiz Malik, professore di ingegneria elettrica e informatica presso l’Università del Michigan, esperto di sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale potrebbe creare facilmente versioni false della tua voce, del tuo volto o delle tue impronte digitali, che potrebbero poi essere utilizzate per eludere i sistemi di pagamento basati sulla biometria. “Occorrono contromisure, come il rilevamento della vitalità, per capire se si tratta di identità falsificate o impersonate”, spiega Malik. Anche questa accortezza in realtà potrebbe essere presto aggirata dall'IA.

Le nostre informazioni biometriche sono estremamente preziose e vulnerabili. Immaginiamo che finiscano nelle mani sbagliate o che vengano hackerate. Una carta di credito rubata si blocca, si cambia, entro una settimana ne abbiamo una nuova. Il palmo della mano? Difficile da sostituire. "I rivenditori vengono hackerati di continuo, nella peggiore delle ipotesi devi cambiare password o credenziali. Ma non puoi cambiare i tuoi dati biometrici se questi vengono compromessi", ha spiegato Albert Fox Cahn, direttore esecutivo del Surveillance Technology Oversight Project (STOP), a Mit Techonology Review. "Quindi consideriamo questo come un modo per le persone di risparmiare potenzialmente un paio di minuti in coda al prezzo della loro privacy biometrica per il resto della loro vita".

C'è poi l'onnipresente tema del controllo, il prezzo che sembra ormai necessario per ottenere sicurezza ed efficenza. Secondo Cynthia Rudin, professoressa di informatica, bioinformatica e ingegneria elettrica e informatica alla Duke University con questi dati chiunque “può controllarti in modi che non ti piacciono. Quei set di dati possono essere usati per seguirci ovunque nel mondo, anche arrestandoci o impedendoci di entrare in negozi che non vogliono clienti nella nostra fascia di stipendio o che hanno opinioni politiche in disaccordo con i proprietari dei locali”.

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