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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Due amici raccontano la vita di tutti i giorni dentro Gaza sui social: i video dell’Herz and Omar Show

Il formato è quello dei vlog, i video blog che raccontano la vita di tutti i giorni. Ma la quotidianità di Mohammed Herzallah e Omar Shareed è fatta anche di palazzi bombardati e inflazione galoppante. Per scappare dalla Striscia, i due giovani si sono affidati alle potenzialità dei social.
A cura di Velia Alvich
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"Giorno 31 in cui condividiamo la nostra routine quotidiana". Volti giovani e sorridenti. Il cielo è azzurro, la strada è affollata e rumorosa. Sembra un video qualsiasi, di quelli che alcuni utenti pubblicano su Instagram o TikTok per raccontare la propria vita. Ricorda un po' il trend dei Reel "un giorno nella mia vita". Una sola differenza: Mohammed Herzallah e Omar Shareed, questi sono i nomi dei due amici, sono giovani palestinesi e raccontano cosa significa vivere a Gaza in tempo di guerra. Una routine quotidiana diversa da quella dei coetanei. Una routine quotidiana in una zona di guerra.

Il racconto della vita dentro la Striscia di Gaza

Ormai è passato un mese da quando hanno cominciato a condividere con i Reel sulla loro vita. Ogni giorno, senza mancarne neppure uno, raccontano in meno di un minuto cosa significa essere poco più che adolescenti e vivere in un Paese devastato dalla guerra. A partire dall'attività con cui aiutano le rispettive famiglie a sopravvivere: un piccolo business che assomiglia a un internet point, dove vendono eSIM e supportano gli altri abitanti di Gaza a navigare su internet. "Aiutiamo le persone a prendersi cura dei loro interessi online e anche a comprare film, installare app sui loro telefoni e guardare partite di calcio", raccontano nel primo video pubblicato sul loro profilo Instagram, @omarherzshow. Non solo affari, ma anche campi di calcio, tornei di scacchi organizzati per i bambini, tazze di caffè per colazione e videogiochi.

Un'apparente normalità che a volte è interrotta da immagini che ricordano cosa li circonda. Un palazzo distrutto in un bombardamento nella strada che avevano appena percorso. Un drone che sorvola Deir al Balah, la città della Striscia dove sono stati evacuati. Il costo del pane, salito a sei dollari al chilogrammo, e le lunghe file per comprare la farina. Ogni giorno che passa, i video raccontano una vita a metà fra la realtà della guerra e la ricerca della normalità.

La crescita del profilo su Instagram

Il primo video è di aprile. Pochi follower all'inizio, ma in pochi giorni sono cresciuti. La "soglia psicologica" dei 10.000 utenti iscritti raggiunta il 3 maggio, al ventesimo giorno del loro vlog quotidiano. Un video celebrativo per mostrare il salto da 9.995 follower alla cifra a quattro zeri, mentre Omar aggiorna la pagina su Instagram in maniera compulsiva.Poi, da quel momento, la crescita senza freni. Le statistiche dimostrano la viralità dei loro video, sempre accompagnati da hashtag come #fyp (che fa riferimento alla pagina dei contenuti consigliati dall'algoritmo) o #muslimsoftheworld. In appena una settimana, i follower si sono moltiplicati: dai 50.000 raggiunti l'8 maggio, sono arrivati al mezzo milione di follower.

Tutta visibilità per i due giovani amici, che sul loro profilo esibiscono il link a una pagina GoFundMe, il sito che permette di lanciare campagne per raccogliere fondi. "In mezzo alla guerra abbiamo trovato la speranza", si chiama la campagna di raccolta. "Vogliamo salvare le nostre famiglie e continuare la nostra formazione fuori Gaza", scrivono sulla pagina. Prima della guerra, Mohammed aveva cominciato a studiare Ingegneria, mentre Omar aveva cominciato un percorso di studi in Economia. Scappare dalla Striscia, pero, costa quasi 5.000 dollari a persona (circa 4.600 euro). Una fuga che possono garantirsi raccogliendo raccontando a centinaia di migliaia di persone online cosa significa vivere dentro Gaza.

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