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Dove sono i Twitter Files di Elon Musk? Il mistero sull’inchiesta che doveva ribaltare la Casa Bianca

Il 2 dicembre Elon Musk ha annunciato una serie di inchieste nate dai Twitter Files, documenti interni all’azienda mai svelati al pubblico. Le ricostruzioni dovevano essere almeno due ma al momento la pubblicazione si è fermata alla prima puntata.
A cura di Valerio Berra
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Doveva essere l’inchiesta dell’anno. Doveva smuovere dalle fondamenta il sistema politico degli Stati Uniti per come lo conosciamo. Doveva toccare direttamente il presidente Joe Biden. Invece tutto è rimasto al suo posto. Negli ultimi tre giorni su Twitter è andato in scena un valzer di leak di documenti, smentite e pubblicazione di indirizzi che noto come Twitter Files. Un groviglio in cui per trovare una notizia bisogna infilarsi in un dedalo di mail.

Tutto è cominciato (come al solito) da Elon Musk. Il 2 dicembre ha annunciato la pubblicazione dei Twitter Files con un commento: “Cosa succederebbe se rendessimo pubblica tutta la storia dietro la scelta di Twitter di censurare le notizie su Hunter Biden”. Hunter Biden è il figlio di Joe Biden. Il 14 ottobre del 2020 il New York Post ha pubblicato una serie di mail provenienti dal pc privato che Hunter Biden aveva incautamente lasciato da un riparatore.

I tweet del giornalista Matt Taibbi

Il giornalista freelance Matt Taibbi ha pubblicato un thread con una serie di tweet che spiegano tutto quello che è successo. L’inchiesta sembra orchestrata con Elon Musk, visto che il nuovo Ceo ha anticipato e poi rilanciato tutte le informazioni emerse nel suo profilo. Il problema è che al netto degli annunci roboanti, il quadro che è emerso è un po’ confuso.

Nelle mail pubblicate si leggono le pressioni esercitate dal team per l’elezione di Joe Biden per chiedere a Twitter di ridurre la circolazione della notizia sullo scandalo delle mail segrete di Hunter Biden. Richieste che, all’epoca, arrivano però da un soggetto privato e non direttamente dalla Casa Bianca. Il voto sarebbe arrivato solo con le elezioni del 3 novembre.

Nelle stesse mail si legge anche che le richieste per ridurre la circolazione di notizie compromettenti arrivavano anche dalla Casa Bianca. Allora Donald Trump era ancora libero di muoversi sul social network. L’annuncio della sua sospensione da Twitter è arrivato solo l’8 gennaio del 2021, dopo i fatti di Capitol Hill. Nella fretta di pubblicare tutte le mail interne Taibbi ha diffuso anche l’indirizzo privato del fondatore di Twitter Jack Dorsey.

La seconda (dispersa) puntata dei Twitter Files

La storia dei Twitter Files era destinata ad avere una seconda puntata. Il 3 dicembre Elon Musk ha pubblicato un serafico: “Rimante connessi per l’Episodio 2 dei Twitter Files. Pubblichiamo domani”. Il 4 dicembre l’aggiornamento: “Sembra che ci metteremo un altro giorno o forse più”. Al momento non ci sono ancora tracce della seconda puntata dei file, né sul profilo di Musk né su quello di Matt Taibbi.

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