Dopo quante ore è imploso il sottomarino in visita al relitto del Titanic
Ora la notizia è confermata. Non c’è nessun superstite dell’equipaggio che il 18 giugno si sono calate nell’Ocean Atlantico per poi morire a bordo del sottomarino Titan il relitto del Titanic. La spedizione era composta da cinque persone ed era organizzata dalla compagnia OceanGate. Tra i membri dell’equipaggio c’era anche Stockton Rush, il Ceo della OceanGate. Nonostante i soccorsi inviati da diversi Paesi del mondo, del Titan sono stati trovati solo alcuni detriti. L’ipotesi più probabile è che il sottomarino sia stato distrutto da un’implosione, le pareti del sottomarino hanno ceduto. Questo evento che potrebbe essersi verificato nello stesso momento in cui il sottomarino ha perso ogni contatto con la nave da cui era partito.
Quando è imploso il sottomarino Titan
Il Wall Street Journal ha spiegato che la Marina degli Stati Uniti ha rilevato un boato nelle ore successive alla partenza del Titan. Ora che sono stati trovati i rottami è probabile che questo rumore coincidesse proprio con l’implosione del sottomarino. Nello specifico le parole di un funzionario della US Navy sono state: “Un’analisi dei dati acustici ha rilevato un'anomalia coerente con un'implosione o un’esplosione”.
Perché sono partiti comunque i soccorsi
L’operazione di soccorso per trovare il sommergibile è stata su vasta scala. Ha coinvolto persone e macchinari oltre i confini di Canada e Stati Uniti, tanto che gli ultimi mezzi sono arrivati dalla Francia. Senza contare l’attenzione dei media e del pubblico, legata anche al countdown con le riserve di ossigeno e alle ipotesi sulla posizione del sottomarino. Ma perché innescare tutto questo processo se si conoscevano già le sorti del Titan?
Sempre nella dichiarazione diffusa dalla US Navy si spiega che la notizia della possibile implosione era già stata riportata subito alle squadre che si occupano del salvataggio: “Sebbene non definitiva, questa informazione è stata immediatamente condivisa per assistere la missione di ricerca e salvataggio in corso”.
Quando si fermano le missioni di ricerca
Fino a quando sono stati trovati i rottami del Titan però non è stato possibile sapere con certezza quale fine avesse fatto il sottomarino: “Queste informazioni sono state prese in considerazione con la compilazione di ulteriori dati acustici forniti da altri partner ed è stata presa la decisione di continuare la nostra missione di ricerca e salvataggio e fare ogni sforzo per salvare le vite a bordo”.
Il Washington Post ha riportato le dichiarazioni di Paul Zukunft, ammiraglio in pensione della Guardia Costiera ha spiegato che in questi casi non basta mai un singolo segnale per interrompere le operazioni di ricerca e salvataggio. La Guardia Costiera non si ferma finché non c’è la totale certezza che non ci sono più superstiti da salvare. Zukunft nel 2015 aveva guidato la missione di salvataggio per la nave portacontainer El Faro. Anche lì i sensori della Marna avevano rivelato un implosione e poi l’affondamento ma la Guardia Costiera ha cercato i superstiti per giorni.