Dopo le lacrime su TikTok Giuliana Florio racconta cosa è successo: “L’inferno è iniziato così”
Giuliana Florio ha 27 anni, è laureata in sociologia, ed è la prima tiktoker ad aver portato il fenomeno degli NPC (Non Playble Character) in Italia. Il primo dicembre apre TikTok, è notte, sta piangendo, e dice: "È così mi riduce questo Paese". Sempre guardando in camera aggiunge: "Il mio è uno sfogo perché sono arrivata al limite". Non è chiaro cosa sia successo, spiega solo che è arrivata da 24 ore a Milano, e che "la maggior parte delle cose orribili sono accadute perché sono una cazzo di donna sola". Sotto, tra i commenti, gli utenti chiedono spiegazioni. "Non ho risposto, non volevo raccontare nulla", ha detto Giuliana a Fanpage.it, "poi ho cambiato idea."
Partiamo dall'inizio, ci racconti cosa è successo?
Tutto è iniziato una mattina. Ero partita da Amsterdam e sono arrivata a Milano per fare dei lavori, e partecipare a degli eventi. Quella mattina dovevo spostarmi da un alloggio a un altro, quindi faccio le mie valigie e chiamo un taxi. Quando arriva, il tassista subito mi fa una battuta strana, e mi dice che gli ricordo molto sua moglie. Non ci ho fatto caso. Entro in taxi e lì inizia l'inferno.
In che senso?
Innanzitutto vedo che non fa la strada segnalata su Maps e mi accorgo di essere finita in un’altra zona della città. E così glielo faccio notare, e lui comincia ad avere un atteggiamento aggressivo.
Me lo puoi descrivere?
Credo che lui mi abbia identificato con sua moglie, che in realtà durante il viaggio scopro essere la sua ex moglie. E infatti ha cominciato a dire ‘voi donne siete tutte quante uguali, volete comandare quando invece siete soltanto delle poco di buono'. Ma quello che mi ha spaventato è stato che a un certo punto ha iniziato a correre come un pazzo, a guidare veloce, superare le macchine, passare col rosso. Dicendo cose come ‘io conosco la strada, sono il tassista, tu sei una donna, devi stare zitta.'
Come hai reagito?
Ero in ansia perché avevo le valige e tutti i miei effetti personali nel bagagliaio. Non potevo semplicemente scendere dall’auto. Per tutelarmi ho cominciato a registrare quello che diceva, e gliel’ho detto.
Ha funzionato?
Si è un po’ calmato. Io ero nel panico. Ah, aspetta non ho detto una cosa importante, mi ha anche detto a un certo punto ‘non so come funzionano le cose nel tuo Paese, ma qui è il tassista che sceglie qual è la strada da fare? Io lo sento, tu sei di Napoli, siete terroni'. Assurdo.
Poi arrivi a destinazione.
Sì, lui scende dalla macchina come una furia. Anche io scendo immediatamente dalla macchina, scaraventa letteralmente i miei bagagli per aria e dice: ‘sti napoletani di merda, non vorrei che un napoletano entrasse mai più nel mio taxi'. Ma non è finita qui.
Cosa succede?
Arrivo nel palazzo dove avevo prenotato questo appartamento su Booking, ma non avevo ancora tutte le informazioni per fare il self check in, così chiamo il manager, per recuperarle. E lui mi dice che non sono arrivate perché dovevo pagare la tassa di soggiorno da 12 euro. In realtà io avevo fatto il saldo ma lui mi manda uno screenshot che non corrisponde alla realtà.
Spiegati meglio.
Praticamente un copia e incolla di un’altra prenotazione, infatti anche il prezzo era sbagliato. Glielo dico e comincia ad alterarsi, mi minaccia, mi dice che mi manda in galera. Allora cerco di fargli calmare i toni e gli spiego che sono solo 12 euro, che avremmo risolto, e capito quale era il problema con Booking. Gli chiedo anche di farmi entrare perché avevo degli appuntamenti ed ero in ritardo. E a quel punto mi dice una frase che mi ha sconvolto.
Ti va di dirmela?
Va bene. Dall'altra parte del telefono sento: “Ma allora si faccia ingravidare da un uomo facoltoso, così che la prossima volta, invece di prenotare da sola un appartamento, si fa pagare una camera d'albergo a cinque stelle e non ha problemi di pagamento.” Ti rendi conto?
Sì…
Comunque alla fine riesco a entrare, tra le altre cose non mi aveva nemmeno dato la chiave per l’ascensore, e io avevo una valigia di 25 chili da portare al secondo piano. Non solo, quando entro trovo l’appartamento in situazioni disastrose. Ho le foto. Muri completamente mangiati dall'umidità. Sono andata in bagno, non c'era l'acqua calda, c'era muffa nera in tutta la doccia. Il riscaldamento non esisteva. Il materasso era completamente bagnato, proprio fradicio di umidità. Lo richiamo.
Ti risponde?
Sì, e mi tratta di nuovo male. Gli avevo chiesto solo una stufetta per la notte. Comunque alla fine esco e vado a fare gli shooting che avevo fissato. Una volta finiti sono di nuovo sola. Erano le 22.30 più o meno, e volevo mangiare qualcosa, entro in un ristorante e quando chiedo di cenare e dico che non sono accompagnata il cameriere mi guarda in modo strano, come se fosse una cosa strana una donna che va a mangiare da sola, e mi dice che non ha posto. Dopo due tentativi riesco a cenare. Ma davvero non è ancora finita.
Vai avanti.
Quando esco, ero in zona centrale, tre ragazzi mi chiedono delle indicazioni e io dico che non sono di Milano e me ne vado. A un certo punto vedo che mi stanno seguendo, mi stanno letteralmente pedinando. Erano in tre, erano incappucciati, hanno cominciato a ridacchiare, a fischiare, e dire “Ehi bella”, “abbiamo capito che sei di Napoli”. Molestie, come le vuoi chiamare. Io comincio a scappare e quando arrivo davanti al portone mi rendo conto che la chiave non funzionava.
E cosa hai fatto?
L’unica cosa che potevo fare, anche se mi spiaceva moltissimo disturbare ho citofonato un campanello a caso, e mi ha risposto l'ennesima voce maschile. Mi dice che l’appartamento affittato è un problema enorme che sono cazzi miei e che non gli interessa nulla. Allora provo a citofonare a un altro campanello e per fortuna mi risponde una ragazza molto gentile che mi apre.
Quindi riesci a entrare nell'appartamento.
Sì, non vedevo l’ora di mettermi nel letto. Mi sdraio, comincio a guardare i social, e a un certo punto quando mi giro mi rendo conto che le lenzuola sono infestate da cimici e insetti che camminano ed escono dal materasso. Ero stremata, volevo solo dormire e a quel punto esplodo.
E decidi di girare quel video su TikTok.
Esatto, ho preso in mano e ho cominciato a filmarmi perché dovevo sfogarmi. Non volevo attirare l’attenzione, come hanno suggerito in molti.
Come mai però non hai raccontato quello che è successo?
Non volevo creare hype, né fare polemica. Avevo bisogno di sfogarmi. E poi credo che TikTok debba essere utilizzata per condividere valori e gioia. Non volevo accusare persone specifiche, ho sentito questo bisogno e l’ho fatto.
Secondo te quello che è successo dipende dal fatto che fossi una donna che stava viaggiando da sola?
Assolutamente sì. Queste cose sono successe perché ero una donna sola, io ho sempre viaggiato tantissimo, e non l'ho fatto sempre da sola. E se sei con un uomo che sia un partner, o un familiare, queste cose non succedono.
Tu vivi ad Amsterdam, in Olanda, è diverso? Ti senti più al sicuro?
Guarda, io non mi sono mai sentita così in pericolo ad Amsterdam, puoi girare alle 3 ma anche alle 4, e camminare tranquillamente per le strade e non succede nulla.
Quindi è un problema dell’Italia?
Beh qui la situazione è cronica. La mentalità patriarcale è molto radicata. Legittima e autorizza un uomo ad assumere dei comportamenti nei confronti di una donna sola, è una questione culturale
E questa mentalità si riflette anche sui social?
Ma certo. Le stesse persone che operano offline sono quelle che poi online si sentono libere di comportarsi in un determinato modo. Anzi, forse sui social è anche peggio. Basta pensare al classico concetto del leone da tastiera. E infatti sotto il video che ho caricato c’è chi ha scritto “Godo”, ma una persona che gode per la sofferenza altrui non ha capito nulla.
Cosa ti ha ferito di più?
Due cose, da un lato il razzismo, non è possibile essere discriminati perché si è del Sud, E poi, veramente…Io non posso avere paura di prendere un taxi o di prenotare un alloggio solo perché sono donna.
Cosa deve cambiare?
Bisogna investire sulle nuove generazioni. Partire dall’educazione civica, sentimentale, nelle scuole. Ma deve partire dai vertici, serve un lavoro serio, e, forse, nel giro di tre generazioni riusciremo a cambiare davvero qualcosa. Ma per ora la situazione è drammatica.
Come mai hai deciso di raccontarci cosa ti è successo?
All'inizio in realtà non volevo dire nulla, quello su TikTok era uno sfogo e basta. Anche a mia sorella quando sono tornata non ho voluto subito spiegare cosa fosse successo. Anche perché stavo male.
Poi cosa ti ha fatto cambiare idea?
Poi ho accettato di raccontare tutto questo qui, a Fanpage.it, e non su Tik Tok, anche se tantissime persone mi hanno chiesto di entrare più nello specifico su TikTok, perché ho visto tutto lo scalpore che ha sollevato quel video. È arrivato quasi a 6 milioni di visualizzazioni, e mi sono resa conto che magari invece poteva trasformarsi in un'occasione per far risuonare una voce in più in questo coro, nel tentativo di cambiare effettivamente qualcosa.