Dopo Elon Musk la Nasa arruola anche Jeff Bezos, dovrà costruire un lander per atterrare sulla Luna
Gradatim, ferociter. A piccoli passi, ma ferocemente. È il motto di Blue Origin, l’azienda spaziale fondata da Jeff Bezos. Ma più che un motto oggi sembra una strategia, visto che Blue Origin ha appena strappato un contratto da 3,4 miliardi di dollari alla Nasa. Impresa non facile, che negli anni scorsi era riuscita a Elon Musk e alla sua SpaceX. La Nasa ha affidato a Blue Origin uno dei progetti più ambiti nell’industria aerospaziale: la costruzione di un lander in grado di atterrare sulla Luna da usare nel programma Artemis. Obiettivo che dovrebbe essere centrato entro il 2030.
Anche perché a differenza della SpaceX di Elon Musk, Blue Origin non ha una grandissima esperienza in tema di Spazio. Per adesso si è distinta solo per i voli turistici, lanci brevissimi in cui gli astronauti vengono portati fuori dall’atmosfera per pochi minuti a bordo di un modulo che poi ritorna placidamente verso la Terra. Come dimostrato dal viaggio inaugurale, con a bordo lo stesso Jeff Bezos, il modulo arriva appena un passo oltre il confine dell’atmosfera. Abbastanza per essere tecnicamente un astronauta e non solo una persona-sparata-in-aria-da-un-razzo.
Cosa prevede il contratto di Jeff Bezos
Blue Origin non può fare tutto da sola. Per questo nel contratto firmato dal fondatore di Amazon ci sono anche altre aziende, come Lockheed Martin, Boeing, Draper e Astrobotic. Bill Nelson, dirigente della Nasa, ha commentato la firma di questo contratto sostenendo che in questa fase la specie umana è davanti a una nuova stagione dell’esplorazione spaziale: “Siamo in un'età d'oro del volo spaziale umano, resa possibile dalle partnership commerciali e internazionali della NASA. Insieme, stiamo facendo un investimento nell'infrastruttura che aprirà la strada allo sbarco dei primi astronauti su Marte”.
Blue Origin contro SpaceX
I problemi per lo sbarco sulla Luna sono parecchi e quelli per il loro futuro ancora di più. L’obiettivo a lungo termine infatti è quello di permettere agli astronauti di restare settimane, se non addirittura mesi negli avamposti che verranno creati sulla Luna. Impresa al momento impossibile con le tecnologie che abbiamo, anche solo perché non è chiaro di cosa dovrebbero cibarsi questi astronauti visto che i pasti che consumano nella Stazione Spaziale Internazionale si conservano al massimo per un anno e mezzo.
Per cercare di risolvere questi problemi, la Nasa ha deciso di applicare il più vecchio modello capitalistico: la competizione. Blue Origin infatti dovrà progettare e costruire il lander lunare, il nome dovrebbe essere Blue Moon, per la missione Artemis V, mentre Space X lavora al lander per Artemis IV. Nel calendario della Nasa, Artemis IV è pianificata per settembre 2028, mentre Artemis V è pensata per settembre 2029. Spiega Lisa Watson-Morgan, dirigente Nasa: “Avere due distinti progetti di lander lunari, con approcci diversi al modo in cui soddisfano le esigenze della missione della NASA, fornisce maggiore robustezza e garantisce una cadenza regolare degli allunaggi".