DeepSeek resiste, l’IA cinese non rispetta le indicazioni del Garante: è ancora online
Il comunicato del Garante della Privacy publicato nella serata di ieri era chiaro. “Il Garante ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani alle società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek”. Il problema, come anticipato da Fanpage.it, era evidente dal giorno uno: DeepSeek è pieno di violazioni delle normativa italiana sulla privacy.
La decisione del Garante arriva dopo un percorso molto veloce. L’app inizia a diffondersi in Italia dal 26 gennaio, quando diversi media danno la notizia di questo nuovo modello di intelligenza artificiale in grado di funzionare meglio di ChatGPT. Misteriose le origini. DeepSeek però funziona, tranne quando gli chiediamo informazioni schermate dalla censura cinese.
Il Garante della Privacy invia una prima una richiesta di informazioni. Due giorni dopo procede con il blocco. Il motivo? Lo spiega il Garante: “Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea. L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria”.
Cosa è successo a DeepSeek
DeepSeek di fatto non è più visibile negli store con applicazioni italiane. Non si trova su App Store e non si trova nemmeno su Google Play. Una mossa che però risale a prima del blocco del Garante. Al momento l’app invece si trova tranquillamente nella versione web. Non solo si può usare senza limitazioni ma è ancora convinta di non aver nessun problema con il Garante della Privacy in Italia. Questa la sua risposta quando le chiediamo se rispetta la normativa sulla privacy:
“DeepSeek rispetta le indicazioni del Garante della Privacy in Italia e si impegna a conformarsi alle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali, tra cui il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell'Unione Europea”.