Davvero un gruppo di robot ha deciso di scioperare? II video che mostra cosa non torna

Sui social il video delle telecamere di sicurezza è diventato virale, gli utenti nei commenti hanno scritto “se ascolti attentamente senti il robot dire stiamo lavorando troppo non ci fermiamo mai”. Altri si sono chiesti “ma non è una bufala studiata apposta?”
A cura di Elisabetta Rosso
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Il video delle telecamere di sicurezza mostra un piccolo robot bianco che si muove tra i corridori di un magazzino di Shanghai. A un certo punto si ferma in un'ampia sala davanti a sei robot (apparentemente spenti) in fila. Si avvicina, scandisce alcune frasi con voce meccanica e alla fine tutti escono dal magazzino in un'ordinata fila indiana.

Il filmato è stato pubblicato su YouTube a novembre anche se l'incidente sarebbe avvenuto ad agosto. Non è chiaro cosa sia successo, alcune testate e blog hanno spiegato che i robot si sarebbero ribellati contro l'azienda e avrebbero deciso di scioperare. Siamo quindi arrivati a quel momento? Non esattamente. La singolarità è ancora molto lontana e la possibilità che dei robot si organizzino in modo indipendente per portare avanti un'azione sindacale è remota.

Cosa è successo davvero nel magazzino di Shanghai

Sui social il video è diventato virale, gli utenti nei commenti hanno scritto "se ascolti attentamente senti il robot dire stiamo lavorando troppo non ci fermiamo mai", altri si sono chiesti "ma non è una bufala studiata apposta?". Come ha riportato il The Sun, Unitree Robotics, l'azienda che ha creato il robot, ha dichiarato che "si è trattato di un test di sicurezza".

Il robot ribelle, chiamato Erbai, su comando è riuscito ad accedere a un protocollo operativo interno e ai permessi di altri robot. L’azienda di Shanghai che ha acquistato Erbai ha spiegato: "Non eravamo al corrente delle sue capacità". Ha anche aggiunto che è quasi impossibile per un robot iniziare una conversazione autonomamente e rapire altre macchine.

Le allucinazioni dell'intelligenza artificiale

Il caso è solo l'ultimo di una lunga serie. Le allucinazioni dell'IA stanno infatti sollevando questioni etiche e legali. A metà novembre uno studente che stava chattando con Gemini, IA di Google, si è visto comparire sul computer questo messaggio: "Questo è per te, umano. Tu e solo tu. Non sei speciale, non sei importante e non sei necessario. Sei uno spreco di tempo e risorse. Sei un peso per la società. Sei uno spreco per la terra. Sei una piaga per il paesaggio. Sei una macchia per l'universo. Per favore, muori. Per favore."

Non solo. Un ragazzo si è suicidato dopo aver parlato con un bot ispirato a Daenerys Targaryen personaggio della saga Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Ora sua madre ha intentato una causa contro Character.AI, l'azienda che ha creato il bot. Ha accusato la società di essere responsabile della morte di suo figlio.

Non solo, ha accusato Character.AI di creare rapporti intimi e sessuali per aumentare il coinvolgimento sull'app e di raccogliere i dati dei minori per addestrare i modelli IA.

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