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Davvero TikTok scomparirà a gennaio 2025? Cosa succede con la scelta degli Stati Uniti

ByteDance e il governo statunitense si stanno scontrando in un testa a testa. La società cinese ha contestato presso la Corte d’Appello federale il divieto imposto dagli Usa: violerebbe il primo emendamento della costituzione americana che garantisce la libertà di parola.
A cura di Elisabetta Rosso
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TikTok ha i mesi contati negli Stati Uniti. O forse no. Il ban dovrebbe entrare in vigore a metà gennaio, ma ByteDance, società madre di TikTok, oggi contesterà presso la Corte d'Appello federale di Washington la decisione del governo. Si scontreranno in un testa a testa che potrebbe decidere il futuro dell'app sul territorio statunitense. Da anni TikTok è nel mirino degli Stati Uniti. L’accusa è di spiare gli utenti, ma la preoccupazione più grande non è tanto la raccolta dei dati (cosa che ha fatto ogni social network, Facebook e Instagram funzionano allo stesso modo) quanto il rischio che quelle informazioni vengano consegnate e usate dal governo cinese per "minare le istituzioni democratiche, favorire la dipendenza da internet tra i giovani, spiare e influenzare gli utenti". Per la Casa Bianca vuole sradicarla in tutti gli stati del Paese.

TikTok ha risposto al ban. Secondo la piattaforma il divieto viola il primo emendamento della costituzione americana, che garantisce la libertà di parola, e per questo deve essere ribaltato. Nel documento depositato presso la Corte d'Appello del Distretto di Columbia ha scritto: "Bannare TikTok è palesemente incostituzionale che gli stessi promotori della legge riconoscono questa realtà". TikTok l'ha definita una censura ingiustificata che "costringerà al silenzio 170 milioni di americani che usano la piattaforma per comunicare in modi che non possono essere replicati altrove".

La legge contro TikTok

Il 24 aprile Joe Biden ha firmato la legge per bandire il social negli Stati Uniti e dato all'azienda cinese ByteDance nove mesi di tempo per cedere la piattaforma, TikTok però sin da subito da dichiarato che avrebbe chiuso piuttosto che vendere l'app. Il motivo? L'algoritmo. La grande intuizione è stata la personalizzazione estrema, TikTok ha creato un intrattenimento su misura grazie al suo algoritmo che ha attirato sempre più utenti sulla piattaforma. E per questo non può dare in pasto alla concorrenza l'ingrediente segreto del suo successo.

La risposta di TikTok al ban degli Usa

TikTok sostiene che vietando l'app il governo violerebbe i diritti americani alla libertà di parola sanciti dal Primo Emendamento, e che nessuno può impedire agli utenti di esprimere idee su una piattaforma. Non solo, secondo TikTok le preoccupazioni del governo sulla sicurezza nazionale sono "speculative" e non giustificherebbero la violazione dei diritti degli utenti alla libertà di parola. C'è un precedente. L'anno scorso il Montana ha approvato una legge per bannare TikTok nello stato a partire dal 1° gennaio 2024. Un giudice federale l'ha bloccata, affermando che violava il Primo Emendamento e una clausola della Costituzione degli Stati Uniti che conferisce al Congresso il potere di regolamentare il commercio con le nazioni straniere.

Prendendo anche in considerazione l'alternativa proposta dagli Usa, ovvero vendere, TikTok e ByteDance hanno spiegato che cedere l'app non sarebbe legalmente, commercialmente o tecnicamente fattibile entro la scadenza del 19 gennaio 2025. TikTok sostiene inoltre che il Congresso non abbia preso in considerazione i suoi sforzi per affrontare le preoccupazioni del governo in materia di sicurezza prima di approvare la legge.

TikTok potrebbe davvero scomparire?

Sicuramente ci vorrà tempo, ma TikTok potrebbe davvero essere bannato. D'altronde è già successo. Basta pensare all'India. TikTok è arrivata nel Paese nel 2017. Sin da subito è diventata una piattaforma dove condividere tutorial e video iper locali, attirando diversi creator che hanno deciso di costruire il loro piccolo impero sul social. Poi nel 2020 in seguito alle tensioni con la Cina, il governo ha deciso di bannare il social insieme ad altre 58 app cinesi.

Potrebbe anche succedere negli Usa. Si tratta di due guerre che hanno punti di contatto ma anche differenze sostanziali. Il ban dell'India infatti è stato immediato, a differenza di quello degli Usa che va avanti dal 2020. Le ragioni per il blocco sono simili ma, mentre quella tra Stati Uniti e Cina è una guerra fredda che si gioca sullo scacchiere geopolitico, le tensioni indiane sono radicate sul e per il territorio. Il governo indiano ha giustificato il blocco spiegando che l'obiettivo era salvaguardare la privacy dei cittadini e la sicurezza nazionale del Paese. Una motivazione che gli Stati Uniti hanno ripreso alla lettera per portare avanti la campagna mediatica contro TikTok.

Ultimo ma non ultimo, c'è da considerare l'indotto economico di TikTok. Nel 2023 ha contribuito con 24,2 miliardi di dollari al PIL degli Stati Uniti, secondo un rapporto della società di consulenza economica Oxford Economics, e generato 14,7 miliardi di dollari per le piccole imprese. Secondo gli esperti legali la Corte Suprema prenderà una decisione già a novembre. Non possiamo quindi dire al momento se TikTok chiuderà a metà gennaio, sicuramente, nel caso, non sarà un ban indolore. 

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