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Così Apple ha deciso di diventare una banca, i segreti del conto lanciato da Tim Cook

Apple ha lanciato Apple Savings, un conto deposito che assicura rendimenti fino al 4,15%. Al momento il servizio è attivo solo negli Stati Uniti ma presto potrebbe arrivare anche in Europa. E per le banche questo è un problema.
A cura di Valerio Berra
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La scalata è stata lenta. Talmente tanto lenta che per diverso tempo è sembrato impossibile che Apple potesse diventare un competitor dello sciame di startup fintech che da anni cerca di innovare il settore bancario. Eppure adesso sembra che la società guidata da Tim Cook voglia assestare la spallata decisiva. Apple ha lanciato Savings, un conto di deposito che assicura un rendimento annuo del 4,15%. Non male, visto che la percentuale di rendimento supera quella di prodotti concorrenti come Marcus, il conto di deposito di Goldman Sachs che si ferma a un rendimento del 3,9%.

Per aprirlo non serve un minimo. Si può partire da qualsiasi somma di denaro fino ad arrivare a un massimo di 250.000 dollari. La valuta non è solo uno standard: al momento infatti Apple Savings è disponibile solo negli Stati Uniti e non è ancora chiaro se e quando questo servizio verrà offerto in altri Paesi. Savings è pensato prima di tutto come forma di risparmio, per usare i soldi depositati su questo conto è necessario spostarli su un altro conto o direttamente su Apple Card, comunque necessaria per poter accedere al conto.

Perché il conto Apple Savings può diventare un problema per le banche

Il settore bancario è uno dei feticci più antichi per la Silicon Valley. Nel 1999 dopo aver venduto Zip2 Elon Musk ha deciso di reinvestire buona parte del suo capitale in X.com, una startup che doveva essere la prima banca totalmente digitale. Come prodotto singolo X.com ha avuto una discreta fortuna ma è esplosa effettivamente solo quando si è fusa con Confinity, la startup che aveva creato PayPal. Questo servizio di pagamenti digitali è cresciuto talmente tanto che nel 2002 è stata comprata da eBay per 1,5 miliardi di dollari.

Apple ha iniziato a muoversi piano nel settore. Nel 2014 ha lanciato il servizio ApplePay, poi nel 2019 ha svelato la sua Apple Card e poi dal 2022 è arrivato Apple Pay Later, un nuovo servizio che garantisce la possibilità di rateizzare i pagamenti. Ora il conto deposito, un progetto costruito sempre con la banca di investimenti Goldman Sachs. Il servizio è competitivo, certo. Ma non è solo questo il punto.

Negli ultimi anni Apple ha aumentato la sua base di utenti nel mondo. La quota di mercato degli utenti iPhone è in crescita. A settembre per la prima volta il numero di utenti con in tasca uno smartphone prodotto da Apple ha superato il 50% del totale mentre in Europa, al momento, questa percentuale è fissata al 30%. Se questi utenti, già abituati a ApplePay, dovessero decidere di affidare a Apple i loro risparmi, Cupertino diventerebbe una nuova potenza bancaria a livello mondiale.

Roberto Nicastro: “Onde d’urto in tutte le banche del mondo”

Il lancio di Apple Savings ha sorpreso anche Roberto Nicastro, ex direttore generale del Gruppo Unicredit. Su LinkedIn Nicastro ha pubblicato un post in cui spiega come le banche che si basano su modelli tradizionali dovranno cominciare una prendere in considerazione Apple come un competitor:

"Apple è finalmente diventata una banca? La mia opinione è: sì. Apple sta diventando sempre più il concorrente da incubo per banche e altri attori finanziari, specialmente negli Stati Uniti. Questo succede non perché sarà una banca (potrebbe non diventare mai una banca adeguatamente regolamentata) ma perché ora sta ridefinendo i servizi bancari come li conosciamo”.

L’unica variabile in questo processo è la regolamentazione. Quello bancario è un settore molto normato e Apple potrebbe essere costretta a chiedere una serie di permessi per poter offrire alcuni servizi in alcuni Paesi. Secondo Nicastro però queste regolamentazioni potrebbe snaturare la strategia di Apple: “Diventare un'entità completamente regolamentata rappresenterebbe una discontinuità innaturale per la loro traiettoria di business”.

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