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Guerra in Ucraina

Cos’è un missile balistico intercontinentale e perché è molto più devastante

I missili balistici intercontinentali (ICBM) sono tra le armi più letali, essendo caratterizzati da una gittata superiore ai 5.500 chilometri, velocità estrema e capacità di trasportare più testate contemporaneamente (convenzionali e nucleari). Ecco cosa sappiamo su questi missili.
A cura di Andrea Centini
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Un missile balistico intercontinentale russo RS-24 Yars. Credit: wikipedia
Un missile balistico intercontinentale russo RS-24 Yars. Credit: wikipedia
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L'aeronautica militare dell'Ucraina ha annunciato che la mattina di giovedì 21 novembre 2024 la Russia ha lanciato contro il suo territorio il primo missile balistico intercontinentale (ICBM – Intercontinental ballistic missile) dall'inizio della guerra. Dal punto di vista tecnico, come spiegato da armscontrolcenter, gli ICBM sono missili balistici con una gittata pari o superiore ai 5.500 chilometri, dunque in grado di colpire città lontanissime dal sito di lancio. La Russia e la Nord Corea, ad esempio, potrebbero colpire città negli Stati Uniti con queste tipologie di armi. La gittata massima è di circa 11.000 chilometri per i Minuteman III statunitensi.

Sono armi molto grandi che possono viaggiare a velocità estreme anche nello spazio – fino a 27.000 chilometri orari – e sono in grado di trasportare più testate (anche 10), comprese quelle nucleari, per cui fondamentalmente sono progettati. La potenza può superare anche il megatone. Non a caso sono conosciuti anche come “missili strategici”. I costi sono estremamente variabili ma possono arrivare tranquillamente a diverse decine di milioni di dollari per il singolo esemplare (il costo di un missile da crociera come lo Storm Shadow e l'ATACMS, recentemente approvati per l'utilizzo in territorio russo da parte dell'Ucraina, è stimato attorno a 1 milione di Euro).

Illustrazione di un ICBM Sentinel
Illustrazione di un ICBM Sentinel

Come riportato dal Kyiv Independent, il missile balistico intercontinentale lanciato dall'esercito russo il 21 novembre sarebbe partito dall'Oblast di Astrakhan – nella Russia meridionale – al confine col Kazakistan, una regione sita a oltre 700 chilometri da Dnipro, la città ucraina colpita. Il missile, giunto assieme a missili aerobalistici e da crociera, non avrebbe causato danni estremi, nonostante la natura particolarmente distruttiva di queste armi. “Un'impresa industriale è stata danneggiata e sono scoppiati due incendi in città, ha detto il governatore Serhii Lysak. Un centro di riabilitazione per persone con disabilità è stato danneggiato nell'attacco, ha detto il sindaco Borys Filatov”, spiega il quotidiano ucraino, aggiungendo che ci sarebbero almeno due feriti a seguito dell'attacco.

Secondo indiscrezioni della stampa ucraina l'ICBM russo potrebbe essere stato un RS-26 Rubezh, un missile balistico intercontinentale a medio raggio con una gittata massima di 6.000 chilometri e la capacità di trasportare quattro testate da 0,3 megatoni ciascuna. Non c'è tuttavia alcuna conferma in tal senso. Sappiamo solo che il missile ha viaggiato per un migliaio di chilometri e ha colpito Dnipro, senza fare danni troppo significativi (chiaramente era armato con testate convenzionali e non nucleari). Il lancio, secondo il dottor Fabian Hoffmann, esperto di difesa dell'Università di Oslo, non avrebbe avuto “praticamente alcun valore militare”, come affermato al Kyiv Independent.

Le caratteristiche di un missile balistico intercontinentale: gittata, velocità e costi

I missili balistici intercontinentali hanno una gittata di almeno 5.500 chilometri e, nei casi estremi come per il Minuteman III statunitense, possono raggiungere gli 11.000 chilometri. Per fare un esempio, Los Angeles e San Pietroburgo distano poco meno di 10.000 chilometri, una distanza che potrebbe essere coperta dagli ICBM. Questi missili possono essere lanciati da silos missilistici, sottomarini, camion e lanciatori mobili su rotaia; la loro mobilità li rende dunque bersagli molto difficili da individuare quando sono ancora “a terra”. Anche una volta in volo non sono facili da intercettare. Durante la loro parabola di morte gli ICBM possono infatti raggiungere una velocità massima compresa tra i 24.000 e i 27.000 chilometri, una volta entrati nello spazio.

Per quanto concerne i costi, essi sono molto variabili e dipendono non solo dalle dimensioni e dalla gittata del missile, ma anche dal tipo e dal numero di testate con cui può essere equipaggiato. Il sopracitato RS-26 Rubezh può portare quattro testate da 0,3 megatoni, mentre il Minuteman III può portarne al massimo tre con una potenza paragonabile. Il costo stimato di questo missile statunitense è di 7 milioni di dollari. Il costo di un singolo Sentinel, destinato a soppiantare centinaia di Minuteman tra il 2029 e il 2075, è stimato in 100 milioni di dollari (l'intero programma di sviluppo ha un costo che sfiora i 100 miliardi di dollari). Il missile può portare più testate nucleari ma è limitato a una singola W87 Mod 1 (W87-1) per via dei trattati internazionali sulle armi nucleari.

Il lancio di prova di un Minuteman III
Il lancio di prova di un Minuteman III

Quali sono i danni che può causare un missile balistico intercontinentale

I missili balistici intercontinentali possono causare danni estremi proprio perché in grado di caricare più testate di notevole potenza e tipologia: convenzionali, nucleari, termonucleari e persino biologiche. Questi ordigni possono essere sganciati su più bersagli durante la parabola di volo, prima dello schianto al suolo. A rendere gli ICBM particolarmente subdoli anche il fatto che possono essere caricati con testate finte, mischiate con quelle vere; lanciandone diverse può essere difficile intercettare quelle realmente distruttive. Le bombe atomiche sganciate dagli USA sul Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale avevano una potenza di 15 e 21 chilotoni (Little Boy su Hiroshima e Fatman su Nagasaki, rispettivamente). I moderni missili balistici intercontinentali possono portarne anche una da 1 megatone, cioè ben 1000 chilotoni; una simile potenza può radere al suolo intere città seminando morte e distruzione per un raggio di diversi chilometri.

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Quando e dove sono stati già usati

Ad eccezione del recentissimo lancio avvenuto in Ucraina, comunque ancora da confermare, non sono noti lanci di missili balistici intercontinentali durante i conflitti scoppiati in passato. In altri termini, non sono mai stati usati in guerra per colpire i Paesi nemici. Gli unici lanci sono legati a test di deterrenza, efficienza e puramente dimostrativi, come ad esempio quelli eseguiti dalla Nord Corea a partire dal 2017 verso il Mar del Giappone. Si tratta degli ICBM Hwasong: Hwasong-14 (4 luglio 2017); Hwasong-15 (29 novembre 2017); Hwasong-17 (24 marzo 2022).

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