Cos’è la nave Caio Duilio e con quale arma ha abbattuto il drone degli Houthi
Il Ministero della Difesa ha annunciato che, nel pomeriggio del 2 marzo 2024, la nave della Marina Militare italiana “Caio Duilio” mentre era in navigazione sul Mar Rosso ha abbattuto un drone degli Houthi, i ribelli dello Yemen sostenuti dall'Iran che stanno giocando un ruolo significativo nell'attuale crisi in Medio Oriente. Il drone, secondo la nota del ministero, è stato distrutto a circa 6 chilometri dal cacciatorpediniere, verso il quale era diretto. Pertanto l'abbattimento è stato effettuato “in attuazione del principio di auto difesa”, all'interno del perimetro dell’Operazione Eunavfor Aspides dell'Unione Europea. A breve la nave italiana ne diventerà l'ammiraglia, sotto il comando del contrammiraglio Stefano Costantino che avrà il compito di coordinare la flotta composta da navi di diversi Paesi (Grecia, Francia, Belgio e Germania).
La missione europea è stata approvata per garantire la tutela del diritto internazionale e proteggere il traffico navale che transita nel Mar Rosso, preso di mira dagli Houthi da quando Israele ha attaccato la Striscia di Gaza. Gli interessi commerciali sono altissimi, ma l'operazione ha anche un elevato valore strategico nel contesto dei delicati equilibri geopolitici attuali. L'attacco al cacciatorpediniere italiano è inoltre un episodio particolarmente significativo, considerando che una nave della Marina Militare non veniva presa di mira dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Ecco cosa sappiamo sul Caio Duilio e come si è difeso dal drone lanciato dagli Houthi.
Cos'è il Cacciatorpediniere Caio Duilio
Come spiegato dal Ministero della Difesa, il Cacciatorpediniere Caio Duilio è stato varato il 23 ottobre 2007 a Riva Trigoso (Genova) ed è entrato in servizio il 3 aprile del 2009, quando fu consegnato alla Marina Militare. Il suo nome è legato a quello dell'omonimo console romano che, nel 260 avanti Cristo, fece realizzare una flotta di 120 imbarcazioni con ponte mobile dotato di uncini (il corvo) in grado di agganciarsi a quelle dei nemici – nello specifico le navi cartaginesi – e permettere ai soldati di andare all'arrembaggio. Il motto della nave è il latino Nomen Numen, che può essere tradotto in “Il nome significa potenza”. Il Caio Duilio è contrassegnato dalla sigla alfanumerica D 554, il distintivo ottico utilizzato per classificare le navi sotto l'egida della NATO.
Tecnicamente la nave è un cacciatorpediniere, un tipo di natante veloce e pesantemente armato nato in origine con l'obiettivo di scortare le navi più grandi (minacciate dalle piccole torpediniere). Chiaramente il ruolo di queste navi si è evoluto nel corso del tempo e, grazie alle tecnologie di ultima generazione, possono svolgere molteplici funzioni. Il Caio Duilio è un lanciamissili “particolarmente idoneo a svolgere compiti di controllo dello spazio aereo e contrasto della minaccia aerea”, spiega il Ministero della Difesa, inoltre “è in grado di svolgere funzioni di comando e controllo”, grazie ai “numerosi apparati di comunicazione tradizionale e satellitare, tra cui il recentissimo Link22, e di un moderno sistema di supporto al comando, riconfigurabile secondo le esigenze”. La nave appartiene alla Classe Orizzonte (DDGH) assieme ad altre tre: l'italiana Andrea Doria (D 553) e le francesi Forbin (D 620) e Chevalier Paul (D 621). Si tratta di natanti nati da un progetto condiviso tra vari Paesi europei.
In base alla scheda tecnica, il Caio Duilio è lungo 152,9 metri e largo 20,3 metri, mentre la velocità massima è di 29 nodi (circa 54 chilometri orari) grazie al sistema di propulsione CODOG a 2 eliche basato su due Turbine a Gas (GE/Avio LM-2500+) e due motori diesel SEMT Pielstick 12PA6 B-V STC. La potenza è di circa 55.000 cavalli e l'autonomia raggiunge ben 11.300 chilometri (6.100 miglia nautiche) a una velocità di 18 nodi. Ospita un equipaggio di 195 marinai ed è in grado di far atterrare sul ponte elicotteri SH90 ed EH101.
Le armi del cacciatorpediniere Caio Duilio
Il fiore all'occhiello del cacciatorpediniere Caio Duilio è il sistema missilistico PAAMS (Principal Anti Air Missile System), sviluppato in collaborazione tra Italia, Francia e Regno Unito. Si tratta di un sistema progettato per contrastare minacce aeree e missilistiche, rilevate grazie ai radar multifunzione S1850M ed EMPAR (European Multifunction Phased Array Radar); il primo è in grado di seguire fino a 1000 tracce con portate superiori alle 200 miglia nautiche. Una volta intercettate le minacce, il sistema di lancio verticale VLS Sylver A-50 (sei lanciatori per 48 celle) può lanciare fino a otto missili al secondo (bastano 150 millisecondi per lanciarne uno). Quelli in dotazione sono gli Aster 15 e gli Aster 30; i primi sono per la difesa a corto raggio (1,7 – 30 chilometri), i secondi per quella a medio raggio (oltre 100 chilometri). Ma non sono stati utilizzati missili per abbattere il drone degli Houthi. Come spiegato dal capitano di Vascello Quondamatteo, che ha dato l'ordine di sparare, il bersaglio è stato distrutto a colpi di cannone. Ne sono stati sparati sei.
La Caio Duilio è infatti munita di tre cannoni Oto Melara 76/62 SR con gittata fino a 9.000 metri e cadenza di fuoco da 120 colpi al minuto, anch'essi in grado di abbattere droni grazie ai proiettili guidati. È stata proprio questa l'arma a distruggere il velivolo dei ribelli yemeniti. Sul cacciatorpediniere sono presenti anche due cannoni Oto Melara Oerlikon KBA 25/80, progettati per il confronto ravvicinato con piccoli natanti e mezzi simili. Hanno una capacità di fuoco di 550 colpi al minuto con una gittata di 2.000 metri. Chiudono il “pacchetto” dei sistemi d'arma la predisposizione per il lancio di otto siluri antinave Teseo Mk2/A; due lanciarazzi SCLAR-H; e due lanciasiluri Eurotorp B515/1 MU90. Alla luce di tutte queste caratteristiche e la capacità di svolgere capacità di controllo e comando, non c'è da stupirsi che il cacciatorpediniere italiano sia stato scelto come nave ammiraglia per l'Operazione Eunavfor Aspides dell'Unione Europea.