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Cos’è la modalità monaco: il nuovo trend di TikTok che vieta di usare i social, fare sesso e bere alcool

L’obiettivo principale è non avere distrazioni per poter raggiungere i propri obiettivi. Il monk mode veniva già utilizzato dagli imprenditori negli anni 2000, ora sui social sono nate nuove correnti del fenomeno.
A cura di Elisabetta Rosso
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A metà tra una challenge e un percorso di disintossicazione. Su TikTok sono comparsi i video monk mode, in italiano modalità monaco, l'hashtag ha 68.7 milioni di visualizzazioni. Nelle clip gli utenti elencano una serie di regole per cambiare la propria routine e massimizzare la produttività. Tra queste la meditazione per almeno 10 minuti ogni giorno, l’esercizio fisico, l’eliminazione di alcol, sigarette, sesso, feste, e social. Poi, come ogni moda New Age che si rispetti in ogni video i comandamenti cambiano. C'è chi definisce la modalità monaco un modo per "astenersi dal mondo online e trovare il proprio scopo", chi "una soluzione per raggiungere nel minor tempo possibile i propri obiettivi", altri invece lo vendono come "la routine per entrare in connessione con sé stessi e trovare la serenità".

La retorica è quella di un imprenditore della Silicon Valley, e infatti il monk mode prima di colonizzare TikTok è stata ampiamente utilizzata dagli amministratori delegati degli anni 2000. Poi ha trovato spazio sui social e sono nate tutte le correnti minori. C'è chi la usa come una challege: "Provo per 60 gironi il monk mode, chi lo fa con me?", scrive un utente e chi invece lo propone come work out giornaliero di addominali e flessioni.

Uno dei punti cardine del monk mode è la disintossicazione dai social. E qui sta il paradosso: le persone promuovono su TikTok di non aprire per un tot di ore al giorno le piattaforme. Non è l'unica cosa che non torna nel trend. Quasi tutti i video infatti si concentrano sulla realizzazione di obiettivi venali, basta guardare gli hashtag connessi al trend: #money #health #goal #gettingrich #makingmoney #hustle. Ora, diventare ricco, e fare soldi non è esattamente l'obiettivo di un monaco.

L'obiettivo del monk mode

L'obiettivo principale della modalità monaco è quello di non avere distrazioni e concedersi abbastanza tempo per completare il proprio compito. Come dicevamo la tendenza viene presa e rimodellata a seconda delle esigenze degli utenti, e molti stanno usando il monk mode per utilizzare meno i social. Per farlo utilizzano app pensate apposta per bloccare l'accesso per un determinato periodo di tempo. Tra queste Freedom, ColdTurkey, FocusMe e Forest, una volta entrati si imposta la parentesi di tempo in cui non si vogliono usare le piattaforme o lo smartphone. Un modo per impedire agli utenti di cadere nella tentazione dello scrolling compulsivo. Come spiegano infatti gli utenti, per seguire le regole del monk mode bisogna sfruttare al massimo il tempo a disposizione evitando qualsiasi distrazione.

La durata della modalità monaco può variare da ore a settimane o addirittura da mesi ad anni, spiegano su TikTok, varia a seconda del progetto o dell'obiettivo che si vuole raggiungere. "Se vuoi prepararti per un esame puoi adottare la modalità monaco per una o due settimane prima".

@monkmodewithale

Monk Mode Day 1/60 💪🏼🧘🏽‍♀️❤️‍🔥🥹 Do you want to join me in this 60 day journey? I’ll be recording my whole experience, ups & downs, tips on becoming my best version. #monkmode #selfdevelopment #selfgrowthjourney #healing #soberlife

♬ original sound – monkmodewithale

I rischi del nuovo trend

Ci possono anche essere controindicazioni, l'isolamento infatti, soprattutto tra i più giovani potrebbe innescare comportanti pericolosi. Basta pensare al fenomeno Hikihomori, il termine giapponese si riferisce a ragazzi e ragazze che a un certo punto perdono interesse a stare nel flusso del mondo. Le motivazioni sono diverse, il risultato lo stesso: si chiudono nelle loro stanze e non escono più. Reclusioni volontarie che prima durano qualche giorno, poi si passa ai mesi e alla fine si arriva agli anni.

Il gruppo Abele e il Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, hanno pubblicato il primo studio quantitativo sul numero di Hikikomori che vivono in Italia. Come ha spiegato a Fanpage.it Leopoldo Grosso, psicologo e presidente onorario del Gruppo Abele: "Il 1,7% dei ragazzi si possono definire Hikikomori, mentre un 2,6% è a rischio di diventarlo. Proiettando i dati a livello nazionale quindi parliamo di 44.000 ragazzi che si possono definire Hikikomori e 67.000 che rischiano di diventarlo. Questo numero tiene conto solo degli studenti tra i 15 e i 19 anni."

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