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Cos’è il metodo delle live social per vedere gratis le partite di Serie A: quali sono i rischi

Negli ultimi mesi i controlli per chi guarda le partite su piattaforme di streaming illegale sono aumentati. AgCom ha introdotto una serie di strumenti per monitorare questi canali. Sui social però iniziano a vedersi nuovi metodi per violare il copyright, strade che provocano un chiaro danno al mercato del calcio.
A cura di Valerio Berra
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La parola pezzotto è entrata nel vocabolario Treccani. La definizione è asciutta ma efficace: “Particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali televisivi italiani ed esteri a pagamento”. Il passaggio dal gergo a un vocabolario ufficiale segna quanto questo metodo sia diventato popolare, tanto da spingere l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (da qui AgCom) a muoversi in maniera molto più netta per bloccare gli accessi.

Su Fanpage.it ne abbiamo parlato con Massimiliano Capitanio, ex deputato e commissario AgCom. Con le nuove norme chi usa questi sistemi anche solo per vedere una partita può rischiare un multa che parte da 150 euro. Non solo. Nel decreto Omnibus in discussione al Parlamento si parla di un anno di carcere per i fornitori di rete che non denunceranno l’accesso alle piattaforme di streaming.

La fruizione di materiale coperto da copyright attraverso vie illegali riguarda diversi tipi di contenuti ma, come sappiamo, il problema principale è relativo alle partite di calcio e potrebbe andare oltre i metodi tracciati fino a questo momento come il pezzotto, gli streaming pirata o gli abbonamenti con VPN. Visto l’aumento dei controlli ora chi vuole vedere contenuti senza pagare si sta spostando anche sui social, soprattutto sulle live.

Come funziona il metodo delle live su TikTok

Il metodo è banalissimo. Su TikTok si trovano canali che trasmettono in live le partite: non è niente di elaborato. Semplicemente dallo smartphone viene inquadrato lo schermo di un pc o di un televisore dove si vede la partita. I canali variano, sia in base alla partita sia in base alla strategia del proprietario dell’account. Scorrendo tra le live abbiamo visto riprese di Dazn e piattaforme estere dove veniva trasmessa la serie A.

Ovviamente i nomi dei canali non hanno nulla a che fare con il calcio. Sono account con nomi generici che nel loro feed pubblicano contenuti, spesso riciclati da altre parti, che cercano di essere virali. È una strategia: per potere trasmettere contenuti in live è necessario raggiungere almeno i 1.000 follower.

Non è facile capire dove recuperare i nomi di questi canali. A volte funziona il passaparola, a volte con gruppi Telegram o commenti sui social. Possiamo però dire una cosa: l’algoritmo aiuta. Dopo aver osservato il metodo di questi canali, nella sezione dedicata alle live sui social abbiamo trovate parecchie partite trasmesse in modo illegale in un feed che di solito è privo di contenuti sul calcio.

Cosa rischia chi guarda le partite in live sui social

Qui dal punto di vista legale la questione è più complessa. Tutti gli strumenti che sta mettendo in campo AgCom per colpire l’utenza del mercato illegale punta a tracciare chi ha fatto un accesso con il proprio indirizzo IP a una piattaforma dove vengono trasmessi contenuti coperti da copyright. Tra i sistemi c'è il Piracy Shield, che all'inizio ha dato parecchi problemi. In questi casi è più difficile tracciare chi guarda una live, senza contare che bisognerebbe poi dimostrare che l’utente ha scelto di vederla in modo consapevole e non l’ha trovata semplicemente nel suo feed. Più facile invece, con tutte le prove alla mano, colpire direttamente gli account che trasmettono questi contenuti.

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