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Intelligenza artificiale (IA)

Cos’è Claude la nuova l’intelligenza artificiale di Anthropic che è appena sbarcata in Europa

Più bravo a evitare le allucinazioni e a riconoscere i tentativi di aggirare le misure di sicurezza, il large language model targato Anthropic può essere usato nella sua versione web o per iOS. Ma la sua versione gratuita è limitata: ogni giorno si possono inviare poco più di dieci prompt.
A cura di Velia Alvich
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Una nuova intelligenza artificiale è arrivata in città. O meglio, nel continente. Dopo oltre un anno di attesa Claude, che era disponibile solo per gli utenti americani, è arrivato anche in Europa. La famiglia di large language models (LLMs) di Anthropic può essere utilizzato nella sua versione web ma anche scaricato per iOS.

Si allarga così il panorama dei chatbot disponibili in Europa, ma anche la competizione. Anthropic è stata fondata dai fratelli italo-americani Daniela e Dario Amodei, che nel 2020 hanno lasciato OpenAI proprio per inseguire la propria visione sull'intelligenza artificiale. L'azienda non viaggia da sola, ma ben accompagnata: da un lato c'è Google e dall'altro c'è Amazon, che rispettivamente hanno investito già due e quattro miliardi di dollari nella startup. Ma non sono le uniche ad avere finanziato l'impresa, che è sostenuta ache da altre realtà della tecnologia come Salesforce, SAP e Zoom.

Cosa può fare Claude

Il funzionamento è simile a quello di altri chatbot: grazie a un prompt, cioè un'istruzione o un comando testuale, Claude fornisce all'utente una risposta. Fin qua è lineare. Quando abbiamo chiesto di spiegare come funziona la fotosintesi clorofilliana, ha dato una risposta precisa e completa. Forse fin troppo piena di dettagli. Così gli abbiamo chiesto di semplificare e di spiegare lo stesso fenomeno a un bambino di sei anni: missione completata con successo.

Claude non si limita a funzionare come un classico chatbot. Come altre IA (per esempio Copilot e Gemini), anche quella di Anthropic sa "leggere" dalle immagini o dai documenti che gli utenti possono caricare. Per esempio, gli abbiamo chiesto di descrivere il contenuto di un'immagine: "Nell'immagine vedo un paio di mani maschili con diversi braccialetti o bracciali in metallo sui polsi", risponde Claude. E anche la descrizione che segue è accurata. Lo stesso può farlo anche con i documenti, chiedendogli per esempio di sintetizzare il contenuto di un file.

Come le sue simili, anche questo modello è in grado di generare codice per piccoli progetti di sviluppo. Per esempio, gli abbiamo chiesto di generare il codice per un piccolo sito web, aggiustando il tiro di volta in volta per migliorare il progetto. Quello che ci ha restituito è esattamente quello che immaginavamo.

Un'ultima prova, quella di traduzione. Abbiamo chiesto al chatbot di tradurre in inglese e in arabo un piccolo paragrafo. Un compito semplice per un'intelligenza artificiale che è stata addestrata anche in altre lingue. Il suo arrivo in Europa, infatti, è stato accompagnato anche dall'introduzione di nuove lingue: non solo l'italiano, ma anche il francese, lo spagnolo, il tedesco e "altre lingue europee" non meglio specificate.

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Quali sono le potenzialità dell'IA di Anthropic

Quelli descritti sono i pilastri del funzionamento di Claude, che a prima vista si presenta come uno dei tanti chatbot che abbiamo imparato a conoscere. Le sue potenzialità si vedono non tanto in quello che riesce a fare, ma come sa farlo (o almeno, secondo le dichiarazioni ufficiali). L'IA di Anthropic, infatti, sarebbe più brava delle concorrenti nell'evitare le allucinazioni, cioè la generazione di informazioni fuorvianti, anche con i testi più lunghi. E, inoltre, secondo le dichiarazioni ufficiali sarebbe dieci volte più capace di difendersi dai cosiddetti jailbreak, cioè i tentativi di aggirare le misure di protezione che sono state insegnate all'IA durante l'addestramento.

Come abbiamo già detto, Claude è una famiglia che comprende al suo interno tre modelli. I nomi ricordano la letteratura internazionale. Haiku è il pesopiuma: più veloce e  leggero rispetto ai suoi "fratelli", è anche quello che costa di meno. Opus, al contrario, è il peso massimo dei tre: definito come il più potente, può gestire analisi complesse, attività divise in più procedure e dimostra capacità di sviluppo del codice più significative rispetto agli altri. Il compromesso fra i due (ma anche che viene messo a disposizione nella versione gratuita) è Sonnet, che combina la velocità con i compiti più difficili.

Ovviamente nulla viene regalato. O meglio, è possibile usare Claude in una versione gratuita, che però è limitata rispetto a quelle a pagamento. Il numero di risposte che può dare in una giornata non è infinito e, dopo 13 messaggi, il chatbot ci toglie la possibilità di scrivere. Per chi vuole usarlo (quasi) senza limiti c'è una versione a pagamento che con poco più di 18 euro al mese garantisce un abbattimento di questo limite oltre all'accesso prioritario a nuove funzionalità.

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