Cosa si nasconde dietro i videogame spam che hanno invaso le pubblicità sui social
Una torre da distruggere. Tanti nemici da sconfiggere. Sulla loro testa, dei numerini che attestano il loro livello di forza. Nulla di preoccupante: bastano dei semplici calcoli per far avanzare l’eroe protagonista e ripulire la schermata. Si presenta così Hero Wars: Alliance, uno dei tanti giochi mobile la cui pubblicità ha probabilmente invaso ogni feed sui social nell’ultimo anno. Un vero e proprio bombardamento, che ha spinto milioni di utenti a scaricare i titoli in questione, per poi scoprire che non erano gli stessi mostrati nella pubblicità.
Come catturano i giochi “fake”
Questi mobile games – si possono citare anche Toy Blast, Homescapes, Last Wars – si presentano con una grafica di un certo livello e una giocabilità immediata da catturare lo sguardo. Non è un caso se molte pubblicità, come quelle dei cloni di Lumber Empire, puntano a innescare in chi guarda un certo appagamento visivo, lo stesso di chi segue le pagine di pulizie dei tappeti. Altre invece stimolano un senso di sfida, dato che, nel video trailer, chi gioca non riesce a superare il livello richiesto, facendo pensare all’utente “io posso riuscirci”.
La realtà dei fatti è però ben diversa poiché, una volta scaricati, questi mobile games si rivelano esteticamente poco curati, palesemente ispirati ad altri giochi di successo come Candy Crush, le cui meccaniche non rispecchiano affatto quelle mostrate nel video pubblicitario. Difficile informarsi prima a dovere: può capitare che alcuni di questi giochi siano spinti da content creator sponsorizzati dalle aziende che li sviluppano.
La massiccia quantità di giochi simili ha spinto il web a parlare di giochi “fake”, cioè di titoli falsi spinti da pubblicità ingannevole. Eppure, nonostante la portata del fenomeno, non è sorto nessun clamore, probabilmente perché parliamo di titoli dal download gratuito. È bene sapere tuttavia che al loro interno contengono pubblicità, oltre a condividere i dati dell’utente a terze parti. Non mancano poi casi di meccaniche pay to win, ossia pagamenti per sbloccare potenziamenti necessari per avanzare. Furbi escamotage di monetizzazione che caratterizzano il mercato mobile.
Intanto il fenomeno dei giochi fake è diventato meme, poi videogioco effettivo su Steam. A luglio 2023, lo studio di sviluppo giapponese MonkeyCraft ha pubblicato una raccolta di minigiochi ispirati alle pubblicità dei suddetti giochi intitolata ironicamente Yeah! You Want “Those Games,” Right? So Here You Go! Now, Let’s See You Clear Them!, tradotto in “Sì! Vuoi Provare ‘Quei Giochi Lì’, Eh? Ecco a te! Ora Vediamo Come Te La Cavi!”.
Il pubblico dei giochi mobile
Oggi questi giochi esistono ancora, contano centinaia di milioni di download e hanno recensioni positive. Sono stati soggetti a modifiche – oggi Hero Wars figura col nome di Alliance – e non contano più su pubblicità invasive che traggono in inganno, altrimenti avrebbero rischiato la messa al bando, come successo nel 2020 a Playrix nel Regno Unito.
Questo non vuol dire che il fenomeno si sia arrestato: i giochi fake continuano a popolare gli store e a catturare nuovo pubblico con raffiche di pubblicità sui social. Questo perché il pubblico a cui possono arrivare è gigantesco. A differenza dei videogiochi su console e pc, che stanno vivendo un importante periodo di crisi, quelli mobile sono trainati da un'ascesa progressiva. Secondo Statista, il mercato dei videogiochi per dispositivi mobili ha un valore globale di 98,74 miliardi di dollari, con previsioni di crescita pari al 7%.
Questi numeri non devono stupire. A differenza del mercato console e pc, quello mobile si basa una piattaforma oggi imprescindibile nella società: lo smartphone. Per tale ragione, i mobile games puntano al pubblico di massa, non alle tradizionali nicchie di appassionati. Per riuscirci propongono esperienze di gioco semplici, immediate, gradevoli alla vista e poco impattanti per la batteria del telefono, perché l'obiettivo è permette all'utente di far passare uno dei tempi morti della giornata.
Questo modo di fruire del videogioco fa sì che il pubblico dei mobile games venga definito "casual", termine in opposizione ad hardcore, il quale invece è usato per indicare i giocatori più tradizionalisti di console e pc. Al di là delle faide interne, queste differenze spiegano la portata enorme del mercato mobile, e perché questo viene sfruttato da giovani startup, spesso in modo non sempre cristallino.