Il profilo di X (fu Twitter) di Elon Musk nelle ultime ore è diventato una discarica. Ci abbiamo messo i piedi. C’è un tanfo di vecchi complotti, a cui nemmeno i seguaci del terrapiattismo credono ancora. C’è qualche rottame di meme che annoierebbe anche i fan di Vannacci. Ci sono emoji che per alcuni sono solo cretine, per altri sono solo simboli neonazisti. E mentre passiamo tra queste macerie, c’è una domanda che resta nell’aria. “Perché una delle menti più brillanti della nostra epoca deve perdere tempo con questa spazzatura?”.
I demoni dell’uomo più ricco del mondo
Ora. La psicanalisi è una materia complessa. Soprattutto se fatta a distanza. Soprattutto se questa distanza non è tanto geografica ma sociale. Nei suoi 52 anni Musk ha lanciato in discreto numero di aziende che sono riuscite a aprire e costruire parecchi pezzi di futuro. In ordine sparso: SpaceX e Starlink, Tesla, Paypal (non esattamente sua), Neuralink, The Boring Company e ora X (comprato da quasi anno). Una qualsiasi di queste aziende riempirebbe l’agenda di una qualsiasi persona. Non la sua. Certo, non è Ceo di tutte ma in tutte ha un ruolo operativo
È attualmente l’uomo più ricco del mondo e secondo Forbes il suo patrimonio è di 237,86 miliardi di euro. Per raggiungere la stessa ricchezza partendo da zero dovreste trovare il modo di guadagnare 6,7 milioni di euro al giorno per i prossimi 100 anni. E tutto questo senza spendere un mai nemmeno un centesimo. Tentare di capire quali flussi di pensieri attraversano una persona del genere sarebbe almeno ingenuo. Però qualche parola su quello che stiamo vedendo su X possiamo spenderla.
Il vortici di Elon Musk su Twitter
Nel maggio del 2021 Elon Musk è salito sul palco del Saturday Night Live per dichiarare di avere la sindrome di Asperger. Le parole esatte: «So che dico o posto cose strane, ma è così che funziona il mio cervello. A chiunque abbia offeso, voglio solo dire che porto le persone su Marte». In sé l’Asperger non è una condizione invalidante, i sintomi più evidenti riguardano degli schemi di comportamento ripetitivi, un’attenzione maniacale per i dettagli e una sostanziale difficoltà nell'entrare in empatia con altre persone.
A molti queste dichiarazioni sono sembrate un modo per giustificare le notti passate a pubblicare su Twitter meme, post e frasi che poi hanno causato solo imbarazzi agli investitori delle sue aziende. Su questo abbiamo un archivio corposo. Nel 2018 aveva cominciato ad accusare Vernon Unsworth, uno speleologo britannico non noto al grande pubblico, di pedofilia. La colpa di Unsworth? Aver contestato il tentativo di Musk di aiutare i 12 bambini intrappolati nella grotta in Thailandia con un mini sottomarino progettato da SpaceX. Musk lo chiamava “pedo guy”.
E ancora. Nel dicembre del 2022 ha pubblicato una serie di tweet in cui prendeva sostanzialmente in giro le politiche sul lockdown della Casa Bianca paragonando Joe Biden al re Théoden del Signore degli Anelli. Un sovrano anziano distrutto dai cattivi consigli della sua corte. Frequenti anche i tweet contro quella che i conservatori negli Stati Uniti chiamano “ideologia woke”, una supposta dottrina che mette insieme femminismo e socialismo. Musk lo chiama “woke mind virus”.
Il pericolo è per gli altri
Sarà la ricchezza, sarà il potere, saranno le aziende ma a volte non sembra che Elon Musk non si senta obbligato a dare seguito a quello che dice. Spesso fissa traguardi assurdi per i suoi progetti. Ormai è leggendario l’Autopilot di Tesla: sono anni che Elon Musk ripete che l’azienda è vicina alla creazione di un’auto in grado i muoversi da sola. Nel 2016 ha presentato un video intitolato "L'auto si guida da sola”: era solo un montaggio. Senza contare tutta la saga legata all’acquisizione di Twitter. Spesso ha parlato di investitori pronti a finanziarla senza mai avere niente in mano.
Il vomito di meme reazionari e spesso cretini delle ultime nasce da tutto questo. C’è un flusso di coscienza dovuto spesso a situazioni di stress mischiate a terapie, c’è un senso dell’umorismo pesante tipico di alcuni cubicoli di internet, c’è la voglia di scandalizzare e c’è anche un avvicinamento alle posizioni conservatori. Anche qui. Musk ha dichiarato di aver sempre votato democratico ma di essersi allontanato col tempo da questo partito.
E quindi? I tweet di Musk devono passare solo come l’ultima sparata di una mente tormentata? Non esattamente. Pubblicando meme con la faccia di Zelensky, Elon Musk non si qualifica come un estremista di destra ma porta alla luce una sottocultura che crede davvero che bisognerebbe smettere di inviare aiuti all’Ucraina. Legittima idee razziste e complotti antiscientifici. Certo, una buona moderazione su X potrebbe risolvere il problema, peccato che quello che è rimasto del team di moderatori su X risponda proprio a lui.