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Cosa ha innescato il blackout in Spagna e Portogallo, l’esperto: “Sono bastati sei secondi”

Secondo le ricostruzioni preliminari sono state rilevate due perdite di generazione di corrente di pochi secondi, che il sistema non è stato in grado di assorbire, provocando il black-out generalizzato.
Intervista a Alberto Berizzi
Professore di sistemi elettrici
A cura di Elisabetta Rosso
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Tutto buio. Mezzi di trasporto fermi, comunicazioni interrotte. Ieri, 28 aprile, intorno alle 12.30, la rete elettrica è saltata in Spagna, Portogallo e alcune città del sud della Francia. Il gestore spagnolo, la società Red Electrica, ha confermato che è tornata la corrente in "molte zone" del nord, sud e ovest della Spagna. Non ci sono ancora dati ufficiali sulla causa del blackout. Al momento è stata esclusa l'ipotesi di un cyberattacco e il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato la "creazione di una commissione di inchiesta per un'analisi tecnica" da parte del Consiglio nazionale di sicurezza. Molto probabilmente l'origine del blackout è di natura tecnica.

Secondo le ricostruzioni preliminari, infatti, “sono state rilevate due perdite di generazione di corrente di pochi secondi, che il sistema non è stato in grado di assorbire, provocando il black-out generalizzato”, ha spiegato durante la conferenza stampa il capo delle operazioni della Rete elettrica spagnola, Eduardo Prieto. "È molto probabile che il sistema di produzione di energia interessato sia quello solare". Per capire meglio l'origine del blackout, abbiamo parlato con Alberto Berizzi, professore di sistemi elettrici, dipartimento energia presso il Politecnico di Milano.

Partiamo dalla grande domanda: cosa potrebbe aver generato il blackout?

Di preciso non lo sappiamo, però è appena uscita una dichiarazione del gestore della rete di trasmissione spagnolo, la causa potrebbe essere una sequenza di due eventi a distanza di qualche secondo. Il primo sembra essere stata un'improvvisa diminuzione della produzione fotovoltaica seguito dalla disconnessione di una linea elettrica con la Francia. Questa doppia perturbazione avrebbe causato poi una disconnessione ancora più massiccia della produzione di energia solare, che ha portato al collasso della frequenza e infine ha causato il blackout.

Quindi è da escludere l'ipotesi dell'attacco informatico…

Sì, questa ipotesi la possiamo scartare.

Prima parlava di una doppia perturbazione, ecco, quante possibilità ci sono che avvenga un fenomeno simile?

Allora, dipende un po' dai sistemi di controllo, nel senso che le fonti rinnovabili in generale sono molto sensibili alle perturbazioni. Vuol dire che appena la rete manifesta una perturbazione, i vecchi inverter, cioè gli apparecchi che collegano queste fonti rinnovabili alla rete, si spengono, e quindi rendono del tutto inutilizzabile la produzione. Ci sono normative tecniche, come in Italia, che già da anni hanno previsto questa possibilità e impongono agli inverter di non disconnettersi in queste condizioni. Evidentemente questa normativa in Spagna non è valida, per cui è possibile che una perturbazione di rete abbia di fatto causato lo spegnimento di molti inverter e quindi lo sbilanciamento della rete che ha visto un carico elevato e troppo poca generazione.

Ecco, a proposito di fonti rinnovabili, in molti hanno puntato il dito contro, indicandole come causa del blackout. Vogliamo fare un po' di chiarezza?

Ma allora, le fonti rinnovabili in sé non possono essere additate, la gestione delle fonti rinnovabili casomai può essere un problema. Si possono evitare blackout di questo tipo con prescrizioni tecniche sulle apparecchiature, quindi che siano in grado di superare queste perturbazioni indenni, cioè di lasciare la fonte rinnovabile collegata alla rete, impedirne il distacco.

Come è stato fatto in Italia?

Per esempio come è stato fatto in Italia, non solo, anche in altri paesi europei, questa è una normativa all'avanguardia e abbastanza stringente.

Mi spiega dal punto di vista tecnico cosa è successo?

Allora, quello che succede quando si ha un distacco massiccio di generazione è che la frequenza della rete scende. Normalmente la frequenza è 50 Hz. Immagini una bicicletta che va a velocità costante, quando il ciclista si trova lungo una salita di solito rallenta, questo è un po' quello che succede ad un sistema elettrico quando il carico (quindi la richiesta di energia elettrica) supera la domanda. Normalmente questo bilancio è garantito e la frequenza è sempre 50 Hz. Quando il carico elettrico supera la domanda succede che la frequenza scende.

E di quanto è scesa?

Quello che abbiamo visto dai sistemi di misura che abbiamo al Politecnico è che in 6 secondi la frequenza è scesa da 50 Hz a 47 Hz, 48-47 Hz, che è una quantità enorme.

E questo calo improvviso immagino sia legato a quella doppia disconnessione che diceva prima. 

Esattamente.

Ma come mai è stato così esteso? Ha colpito Spagna, Portogallo e anche parte della Francia…

Bisogna considerare che la Spagna ha una produzione fotovoltaica ed eolica significativa, quindi quando cominci a perdere qualcosa come il 40% della della generazione c'è il blackout. Avrebbero dovuto aprire degli interruttori man mano che la generazione scendeva in maniera da cercare di ripristinare un bilancio tra generazione e carico, c'è stato però poco tempo, parliamo di un calo in 6 secondi.

Quali sono stati i principali problemi e le reti più colpite?

Eh tutte. A livello di telecomunicazioni, traporti, aeroporti. Quando la rete di trasmissione va al buio, va al buio un po' tutto quello che non è alimentabile con dei generatori di emergenza. Per esempio gli ospedali hanno i loro generatori di emergenza per i servizi essenziali, così come probabilmente anche le reti di comunicazione.

Questo blackout rivela vulnerabilità nella rete elettrica. Quali modifiche andrebbero fatte?

Questo blackout insegna che la direzione da prendere è quella che abbiamo già intrapreso da qualche anno, cioè che l'integrazione delle fonti rinnovabili. Integrazione vuol dire fare in modo che, per esempio, delle perturbazioni non causino questi blackout.

Si spieghi meglio. 

Con delle prescrizioni tecniche che vengano imposte ai produttori, ma anche ai proprietari delle reti di trasmissione e distribuzione che rendano sostanzialmente immuni i sistemi di produzione da perturbazione di questo tipo. Abbiamo iniziato questo processo una decina di anni fa. Naturalmente la strada poi è lunga perché il problema è che una volta queste fonti rinnovabili erano una piccola percentuale della produzione complessiva, ora stanno crescendo.

Ci sono precedenti simili? 

Ci sono, per esempio, c'era stata una separazione di rete in Europa del 2006. È stato molto diverso perché aveva colpito soprattutto la produzione eolica nel nord della Germania e fu compensata da un intervento dei dispositivi di protezione che distaccarono una quantità analoga di carico anche in Italia. Così facendo ripristinarono il bilancio.

Quanto è realistico un nuovo blackout del genere in futuro?

Questa è una bella domanda…Come dicevo sono necessarie prescrizioni tecniche sulle apparecchiature, ormai sono anni che si sta lavorando in questa direzione. Se si fanno le cose per bene non dovrebbe succedere. È chiaro che sono tecnologie relativamente nuove, e dobbiamo ancora imparare, quindi ahimè si impara dagli errori. Certamente dal blackout del 2006 abbiamo imparato molto e dal 2006 ad oggi la normativa tecnica ha fatto dei passi da gigante. Adesso cercheremo di capire esattamente che cosa è successo durante il blackout per trarre dei nuovi insegnamenti e prendere provvedimenti.

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