Cosa dice la prima proposta di legge sull’intelligenza artificiale fatta in Italia
Per adesso è solo un'idea. La strada per farla diventare una legge ufficialmente in vigore è ancora lunga e soprattuto non certa. A fine ottobre il senatore del PD Antonio Nicita ha depositato in una proposta di legge sull’Intelligenza Artificiale. È la prima che arriva nel nostro Parlamento. Certo, il periodo è favorevole. A giugno il Parlamento Europeo ha votato l’Ai Act, la prima forma di regolamentazione in Europa sull’intelligenza artificiale. I sottosegretari del governo Meloni hanno aperto due commissioni su questo tema, una guidata dall’ex premier Giuliano Amato e l’altra da Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria.
Una legge sulla trasparenza dell’intelligenza artificiale
Classe 1968, Nicita è al primo mandato come senatore. Nelle ultime elezioni ha ottenuto un seggio nella sua regione di origine, la Sicilia. La sua proposta si concentra soprattutto sulla trasparenza dei contenuti creati dall’intelligenza artificiale. Nello specifico, l’obiettivo è quello di fornire un'etichetta o una filigrana che rendano facile il riconoscimento di questi contenuti, sia per gli utenti che per eventuali sistemi di identificazione automatica. Queste etichette dovrebbe essere verificate e controllate dall’AgCom. Qui vi lasciamo il testo integrale della proposta.
Al momento questo tema non è regolamentato, la scelta di etichettare questi contenuti dipende sempre da chi li pubblica. Nei contenuti di Fanpage.it potete già trovare l’etichetta “Foto generata con IA” nelle immagini per cui abbiamo utilizzato l’intelligenza artificiale, come quella che trovate in testa a questo articolo.
Leggendo la proposta di legge però si potrebbero aprire dei problemi sulla definizione di contenuti creati dall’intelligenza artificiale. Nel testo presentato di Nicita si legge che le etichette riguarderebbero contenuti realizzati “in tutto o in parte” da sistemi basati sull’intelligenza artificiale. Una definizione forse complessa da affrontare: in futuro l’intelligenza artificiale potrebbe affiancare sempre di più i lavori digitali e i confini dei contenuti generati da questi software potrebbero diventare ancora più sfumati.
Ai fini della presente legge, si intendono per «contenuti generati da intelligenza artificiale (IA)» tutti i contenuti editoriali, compresi testi, video, immagini e voci, che sono creati, generati o sintetizzati, in tutto o in parte, da sistemi basati su intelligenza artificiale (IA), ivi compresi algoritmi di apprendimento automatizzato, cosiddetto machine learning, e reti neurali artificiali.
Anna Ascani: “Mi preoccupano i deepfake alle prossime elezioni”
Tra le sostenitrici di questa proposta c’è anche Anna Ascani, vice presidente del Parlamento. In questi giorni, in un’intervista a Repubblica, Ascani ha spiegato che la prima applicazione di questa legge potrebbe essere nelle prossime elezioni: “Nel giro di poco tempo gran parte della popolazione mondiale che vive in stati democratici sarà chiamata a votare. Ci attendono le elezioni europee e quelle americane e la questione dei deepfake utilizzati a scopo elettorale è un tema sul tavolo di tutti ed è molto molto caldo”.