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Cosa c’è dietro al crollo in Borsa di Tesla: è la fine dell’auto elettrica di Elon Musk?

La lista dei problemi è lunga, in testa c’è il calo delle vendite, ma anche un prodotto invecchiato male e un Ceo che fa il saluto nazista. Infine c’è l’unico alleato di Musk, Donald Trump, che al di là delle invettive a favore di Tesla sta portando avanti politiche verso una direzione piuttosto chiara: contro le auto elettriche.
A cura di Elisabetta Rosso
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Lunedì 11 marzo le azioni di Tesla sono crollate del 15%. È il più grande calo in cinque anni. Rispetto al massimo storico raggiunto il 17 dicembre (1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione) il titolo è sceso del 50%. Intanto davanti agli showroom dell'azienda i manifestati si schierano per bloccare l'entrata e i clienti appiccicano adesivi con Musk truccato da pagliaccio sulle loro auto. Il miliardario può contare su un unico alleato, Donald Trump.

Il presidente su Truth Social ha scritto: "Comprerò una Tesla nuova di zecca come dimostrazione di fiducia e supporto per Elon Musk, un vero grande americano. Perché dovrebbe essere punito per aver messo le sue straordinarie capacità al servizio di RENDERE L'AMERICA DI NUOVO GRANDE???" Ha anche puntato il dito contro chi manifesta davanti agli showroom di Tesla, "dovrebbero essere considerati terroristi, vi prenderemo e passerete le pene dell'inferno".

Anche l'invettiva di uno degli uomini più potenti al mondo potrebbe però non essere sufficiente a salvare Tesla. Minacce a parte l'azienda ha bisogno di idee, veicoli accessibili, competitivi, sicuri e forse un Ceo che non faccia il saluto nazista in diretta. Ma vediamo i problemi di Tesla uno a uno. 

Il dramma delle vendite

Il primo vero problema è il calo delle vendite. Tesla ha prodotto il 4% in meno di auto nel 2024 rispetto al 2023. In California, il più grande mercato statunitense per i veicoli elettrici, sono diminuite dell'8% nel quarto trimestre del 2024 e del 12% nell'anno, nonostante le immatricolazioni complessive di veicoli elettrici siano cresciute nello Stato. Non solo negli Stati Uniti. A febbraio le vendite sono scese del 10% in Spagna, del 42% in Svezia, del 45% in Francia, del 48% in Norvegia e Danimarca, del 53% in Portogallo, e del 55% in Italia ,

Il paese europeo che ha registrato il calo più pesante è la Germania, 76%. Non stupisce. Musk è entrato a gamba tesa nella politica del Paese appoggiando l'Alternative für Deutschland (AfD), arrivata seconda alle ultime elezioni. Infine la Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo. Secondo China Passenger Car Association (Cpca), Tesla ha venduto 30.688 veicoli, quasi la metà rispetto all'anno scorso. I veicoli prodotti in Cina e venduti all’estero invece hanno registrato un – 87% rispetto al febbraio 2024.

Un prodotto che non funziona

Il calo delle vendite non è l'unico problema di Tesla. L'azienda, infatti, che promette macchine di ultima generazione, in realtà sta invecchiando male. La model S ha quasi 15 anni, la X ne compie 10 quest'anno, entrambi i veicoli hanno ricevuto pochi aggiornamenti, non così rilevanti. L'unico nuovo modello è il Cybertruck, che dal suo lancio, cinque anni fa, è stato richiamato sette volte.

Manca poi un modello conveniente. Musk aveva promesso auto a 25.000 dollari, lo diceva nel 2018, sono passati sette anni e il modello più economico del Cybertruck parte da 75.000 dollari. Nel frattempo, Kia e Volkswagen hanno annunciato nuovi veicoli elettrici a prezzi accessibili. BYD Auto ha lanciato BYD Seagull che costa circa 10.000 dollari.

A preoccupare sono anche le cause legali e le indagini federali che Tesla ha dovuto affrontare per gli incidenti, in alcuni casi mortali, collegati ai sistemi di assistenza alla guida Autopilot e Full Self-Driving.

Alla fine arriva Elon

Come la ciliegina sulla torta poi c'è Elon Musk. Che entra in politica, brandisce motoseghe e fa i saluti nazisti. Musk, da eccentrico miliardario, è da sempre considerato una figura controversa. Eppure prima era visto (tra le altre cose) come un pioniere della tecnologia. Ora è entrato in politica, si schierato con Trump, è stato nominato capo del Doge, Dipartimento per l'efficenza governativa e minaccia di spegnere Starlink in Ucraina. 

D fronte a questo delirio di onnipotenza, diversi clienti stanno cercando di vendere le loro Tesla come forma di protesta per distanziarsi da Elon Musk. Molti hanno deciso di acquistare adesivi con sopra scritto "l'ho comprata prima che Elon impazzisse".

Ma Donald Trump è un vero amico?

Minaccia chi manifesta contro Tesla ed tesse in pubblico le lodi delle auto di Musk. Eppure quelle di Donald Trump sembrano solo parole. Le politiche del presidente infatti vanno in una direzione piuttosto chiara: contro le auto elettriche. Ha revocato l'ordire del 2021 di Joe Biden per aumentare le vendite di veicoli elettrici entro il 2030 e ha bloccato i fondi governativi che non sono stati spesi per le stazioni di ricarica.

Ci sono poi i dazi di Trump per i prodotti provenienti da Canada e Messico. Il direttore finanziario di Tesla, Vaibhav Taneja, ha spiegato a gennaio che i componenti Tesla (provenienti da Canada e Messico) sarebbero stati soggetti alle imposte e che i dazi avrebbero potuto incidere sulla redditività. Non è un caso che il calo drammatico sia stato proprio lunedì. È infatti coincide con un crollo più grande del mercato statunitense legato alla paura che gli investitori hanno verso le possibili conseguenze dei dazi. Se anche Trump comprasse più di una Tesla nuova di zecca sarebbe comunque difficile salvare l'azienda. Ma forse nemmeno lo vuole.

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