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Come vive Noland, il primo uomo al mondo che si è fatto impiantare nel cervello un chip di Neuralink

Noland Arbaugh è il primo paziente al mondo ad avere un chip di Neuralink impiantato nel cervello. A 100 giorni dall’intervento Noland ha raccontato cosa vuol dire riuscire a comandare un pc con il pensiero: “In futuro potrei guidare anche una Tesla”.
A cura di Valerio Berra
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Noland Arbaugh ha 30 anni. È nato nella zona di Yuma, in Arizona. Nel 2016 era al lago con i suoi amici. Si tuffa. La testa colpisce qualcosa. Lesione al midollo spinale. Da questo momento Noland diventa tetraplegico, paralizzato dal collo in giù. Al momento non esistono cure per la sua lesione ma da circa tre mesi Noland sta sperimentando qualcosa che all’epoca del suo incidente semplicemente non esisteva.

Noland è il primo essere umano a cui è stato impiantato Telepathy, il chip di sviluppato da Neuralink. Questa azienda è uno dei progetti più ambiziosi di Elon Musk. Fondata nel 2016 il suo scopo è la creazione di un chip che permetta alle persone a cui sono state diagnosticate delle paralisi permanenti di impartire ordini a un pc attraverso un’interfaccia grafica.

Per adesso Telepathy permette di muovere un cursore sullo schermo ma in futuro le sue applicazioni potrebbero essere ancora più sofisticate. Noland ha rilasciato un’intervista all’edizione statunitense di Wired per spiegare tutto quello che è successo nella sua vita a 100 gironi dall’impianto.

La vita di Noland dopo l’intervento

Nei giorni scorsi sono emersi una serie di dettagli sull’esito dell’intervento. I calcoli dei ricercatori sulla tenuta del chip non erano esatti. L’impianto ha retto ma alcuni dei microfili che collegano il chip principale si sono staccati, un problema che è stato risolto nel giro di due settimane ricalibrando il software usato per trasformare gli impulsi del cervello di Noland in movimenti del cursore.

“È molto facile muovere il cursore. Ci vuole pochissima energia celebrare. Penso semplicemente a dove deve andare e lui si muove”.

Al momento Telepathy comunica solo con un MacBook ma presto dovrebbero arrivare applicazioni anche su altri dispositivi, a partire dagli smartphone. Nella sua intervista Noland prova anche a disegnare un futuro per questa tecnologia. Un futuro che potrebbe passare da un altra delle tecnologie sviluppate da Elon Musk:

“Sarebbe fantastico se avessi un robot Optimus da controllare. Farebbe praticamente tutto per me e eliminerebbe anche il 90% delle cose per cui ha bisogno degli altri. Potrei anche connettermi ad altre cose, come un auto. Le Tesla hanno già la guida autonoma”.

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