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Intelligenza artificiale (IA)

Cos’è DeepSeek e come funziona l’IA cinese che spaventa i mercati e sfida ChatGPT: il segreto è il costo

DeepSeek è l’app basata sul modello di intelligenza artificiale DeepSeek-V3. Il software è stato sviluppato da una startup cinese e i ricercatori che hanno lavorato al progetto dicono che i costi di produzione sono stati inferiori ai 6 milioni di dollari, praticamente nulla in confronto alle risorse necessarie per sviluppare modelli come quelli di OpenAi e Meta. Il dato, da confermare, sta spaventando i mercati.
A cura di Valerio Berra
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Ne era convinto anche Donald Trump. Meno di una settimana tra la pila di ordini esecutivi firmati dal nuovo presidente degli Stati Uniti c’era anche il via libera per il progetto Stargate, un super hub di intelligenza artificiale che dovrebbe raccogliere circa 500 miliardi di dollari di investimenti. L’obiettivo era chiaro: affermare il predominio degli Stati Uniti nel mercato dell’intelligenza artificiale. Un primato che fino a qualche ora fa sembrava intoccabile.

I segnali che arrivano dai mercati non sono buoni. Le azioni di Nvidia sono scese del 10%, quelle di Oracle dell’8% e i futures del Nasdaq hanno perso il 4%. E tutto perché c’è un app cinese che sta scalando le classifiche di settore dell’intelligenza artificiale. Si chiama DeepSeek, è stato creata da una startup cinese fondata da Liang Wenfeng e si può usare in modo gratuito. Ma il vero punto è un altro: si basa sul modello DeepSeek-V3, un progetto open source e molto più economico dei concorrenti.

Cos'è DeepSeek e come funziona l'IA cinese

Il funzionamento di DeepSeek segue un percorso ormai ben noto a chi usa l'intelligenza artificiale. Gli utenti interagiscono con l'app attraverso un chatbot con cui possono chiedere informazioni. Certo, con DeepSeek bisogna stare più attenti perché è rimasta qualche traccia della censura cinese. Non può creare immagini ma può leggere allegati e, almeno nella sua versione gratuita, non può consultare siti web: l'archivio su cui si basa è aggiornato a luglio 2024.

Perché DeepSeek può diventare concorrente di ChatGPT

Secondo i ricercatori che hanno lavorato a DeepSeek, spiega BBC, il costo della produzione di questo chatbot sarebbe stato di poco inferiore ai 6 milioni di dollari. Una notizia che, se conformata, lo renderebbe decisamente più economico dei rivali statunitensi. Alla base di tutto c’è l’efficenza: DeepSeek garantisce le stesse performance con una potenza di calcolo ridotta. Al momento si può trovare anche in Italia: c'è sia su App Store che su Play Store. In alternativa potete usarla da browser dal sito DeepSeek.com. Il processo di registrazione, dati gli accessi, risulta un po' rallentato.

L’effetto di DeepSeek sui mercati

Al momento DeepSeek ha superatoChatGPT nella classifica dei download sull’App Store degli Stati Uniti. Certo. ChatGT è sul mercato da parecchio tempo e quindi è anche probabile che sia già stata scaricata da buona parte degli utenti interessati a questa tecnologia. Il segnale comunque è evidente. Anche perché l’ultimo chatbot arrivato dalla Cina si chiamava Ernie Bot e non era uno strumento particolarmente emozionante.

L’agenzia stampa Reuters ha raccolto un po’ di analisi sul crollo dei giganti dell’intelligenza artificiale. Riportiamo quella di Jon Withaar, senior portfolio manager a Pictet Asset Management: “Sarebbe molto positivo se ci fosse davvero stata una svolta nel costo di formazione dei modelli, passando da oltre 100 milioni di dollari a questa presunta cifra di 6 milioni di dollari”.

Il vantaggio è soprattutto per gli utenti finali: “I costi sono ovviamente molto più bassi, il che significa un costo di accesso inferiore”. Certo, come detto, al momento tutte le informazioni sono ancora da confermare.

La censura di DeepSeek: abbiamo chiesto di Tienanmen

Come molti dei software nati in Cina i primi dubbi su DeepSeek sono stati sulla censura. Sui social girano già video e screenshot con prove fatte sugli argomenti tipicamente oscurati da Pechino, a partire dal massacro di piazza Tenanmen del 1989. La risposta media del chatbot è: “Parliamo di qualcos’altro”.

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