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Intelligenza artificiale (IA)

Come impedire a Facebook di usare i tuoi dati per la sua intelligenza artificiale

Sepolto nelle regioni più nascoste del Privacy Center c’è un modulo per chiedere a Meta di interrompere la raccolta di informazioni personali. Non è detto però che Meta eliminerà i dati degli utenti.
A cura di Elisabetta Rosso
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L'intelligenza artificiale è affamata di dati, per questo Facebook cerca di recuperarne il più possibile. Senza che ce ne accorgiamo le nostre informazioni vengono raccolte e date in pasto all'IA. Non è chiaro quali dati raccoglie e da dove, è un processo sotterraneo che sfrutta i vuoti legislativi per raschiare il web senza chiedere nemmeno un'autorizzazione. L'unico modo per provare a frenare la caccia ai dati è compilare un modulo di richiesta sepolto nelle regioni inferiori del Privacy Center di Facebook.

In questa area periferica e decisamente poco visitata, c'è una voce: Diritti dell'interessato sull'intelligenza artificiale generativa. Si legge: "In questo modulo puoi inviare richieste relative alle informazioni di terze parti utilizzate per l'addestramento del modello di intelligenza artificiale generativa". Compilando il modulo si può chiedere a Facebook di cancellare le informazioni personali che usa per lo sviluppo della sua intelligenza artificiale. Tutto però gira intorno al termine "richiesta", non è detto infatti che l'azienda eliminerà i dati raccolti. L'utente può solo provare a chiedere.

Il modulo di richiesta di Meta

Per compilare il modulo non è necessario effettuare l'accesso a un account Facebook . L'azienda chiede solo di inserire il Paese di residenza, il nome completo e un indirizzo email. Una volta inviato arriverà una mail di conferma dove scrivono "stiamo esaminando la tua richiesta". E infatti un post sul blog aziendale sull'uso delle informazioni personali da parte di Meta per addestrare la sua intelligenza artificiale spiega: "Nella regione europea e nel Regno Unito, facciamo affidamento sulla base di interessi legittimi a raccogliere ed elaborare qualsiasi informazione personale inclusa in queste fonti disponibili al pubblico e autorizzate per addestrare i nostri modelli di intelligenza artificiale generativa. Per altre giurisdizioni, ove applicabile, facciamo affidamento su una base legale adeguata per raccogliere ed elaborare questi dati".

Perché potrebbero continuare a usare i nostri dati

Come ha spiegato Thomas Richards, portavoce di Meta, a Gizmodo: "A seconda di dove vivono, le persone potrebbero essere in grado di esercitare i propri diritti di interessato e opporsi all'utilizzo di determinati dati per addestrare i nostri modelli di intelligenza artificiale". E infatti il modulo arriva pochi mesi dopo la mula da 1,2 miliardi di euro che Meta ha dovuto pagare per aver raccolto in modo improprio i dati degli utenti del Regno Unito.

Sempre Richardson infatti ha poi aggiunto: "L'invio di una richiesta non significa che le informazioni di terze parti verranno automaticamente rimosse dai nostri modelli di formazione sull'intelligenza artificiale", ha affermato Richards. "Stiamo esaminando e rispondendo a queste richieste in conformità con le leggi locali, poiché diverse giurisdizioni hanno requisiti diversi".

L'intelligenza artificiale di Meta

Il CEO Mark Zuckerberg a inizio 2023 ha annunciato una gamma di funzionalità AI su Facebook, Instagram e WhatsApp. Non solo, è stata anche annunciata Llama "il nuovo modello linguistico open source gratuito, per la ricerca e l'uso commerciale." In realtà quella tra Meta e l'IA è una vecchia storia non proprio felice. Nel 2013 Meta ha fondato il gruppo Facebook AI Research (FAIR) che ha portato a inizio 2022 a lanciare BlenderBot3, soprannominato "il chatbot più cattivo di sempre", visto che dopo nemmeno un giorno ha cominciato a lanciare insulti razzisti e frasi antisemite su Twitter. Poi c'è stata Galactica, l'IA che scambiava il Colosseo per un centro commerciale degli anni '70.

Il nuovo modello linguistico funziona a grandi linee come tutti gli altri chatbot alimentati dall'intelligenza artificiale generativa, e per essere addestrata bene ha bisogno di più dati possibile, per questo Meta (come anche le altre aziende che lavorano con l'intelligenza artificiale) sta cercando di raccogliere enormi set di informazioni (le nostre) in grado di rendere la sua IA più performante.

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