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Come funzioneranno i nuovi piani di abbonamento di X (fu Twitter)

Da quando ha acquistato Twitter, Elon Musk ha puntato molto sul piano di abbonamento premium da 8 dollari al mese. Ora potrebbero nascere altri due piani, uno più costo ma senza pubblicità e uno meno costo, ma con la pubblicità.
A cura di Valerio Berra
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Fra pochi giorni sarà passato esattamente un anno da quando Elon Musk ha ufficializzato l’acquisto di Twitter, ora ribattezzato X. Una mossa costata circa 44 miliardi di dollari, considerando i soldi investiti da Musk e quelli raccolti dai finanziatori. Al momento non è ancora chiaro se tutto questo denaro sarà effettivamente in grado di fruttare qualcosa. Dalle prime proiezioni non sembra. Eppure X sta facendo molto per recuperare terreno, a partire dall’introduzione di una serie di abbonamenti.

Una delle prime mosse di Elon Musk è stata potenziare Twitter Blue, l’abbonamento premium. Con questo programma, che ora si chiama X Premium, gli utenti possono garantirsi una spunta blu per 8 dollari al mese sono in grado di verificare la loro identità, acquisiscono (di fatto) un meccanismo di priorità nell'algoritmo di raccomandazione rispetto agli altri utenti e possono scrivere post lunghi fino a 25.000 caratteri. Circa a 178 post dei vecchi post da 140 caratteri. Ora però l’obiettivo potrebbe essere estendere ancora questi piani.

Le dichiarazioni di Elon Musk

Il 20 ottobre Musk ha dichiarato che è pronto a lanciare due nuovi piani di abbonamento per X: uno sarà meno costoso, avrà tutte le funzioni di X Premium ma avrà comunque la pubblicità. L’altro invece costerà di più ma toglierà la pubblicità agli utenti. Per adesso questi sono gli unici dettagli offerti da Musk. Parole non chiarissime. Si potrebbe pensare che l'abbonamento più costoso resterà a 8 dollari al mese, semplicemente ne verrà introdotto uno con pubblicità ad un costo inferiore.

Nei tweet dopo Musk non ha più parlato degli abbonamenti: ha criticato i giornali, definito X un laboratorio di “open source news” (qualsiasi cosa voglia dire) e poi ha proposto di donare un miliardo di dollari a Wikipedia a patto che cambino il nome in Dickipedia. Arguto gioco di parole che potrebbe tradursi in “Enciclopedia del c*zzo”.

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