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Come funzionano le navette a guida autonoma che inizieranno a circolare a Torino

In primavera partirà la prima fase, chiamata “pre-demo”. In questo caso, le navette verranno immesse nel traffico reale per il raccoglimento dei primi dati, ma senza passeggeri. Superata la fase pre-demo, il servizio verrà reso disponibile a tutti i cittadini di Torino per 5 mesi.
A cura di Lorena Rao
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Con il progetto europeo SHOW, 20 città d'Europa si sono unite per immaginare e testare nuove vie di mobilità urbana sostenibile. Tra queste, Torino è l'unica città italiana. Per due mesi, il capoluogo piemontese utilizzerà in via sperimentale due navette a guida autonoma lungo un percorso di cinque chilometri, sito nella zona ospedaliera. Niente conducente né volante: parliamo di un livello di autonomia pari a 4, appena un gradino sotto il massimo consentito oggi. Le navette dunque non necessiteranno dell'intervento umano nelle fasi di guida, anche se a bordo sarà sempre presente un operatore o un'operatrice per la gestione manuale delle emergenze.

Le due navette a guida autonoma, dotate entrambe di 14 posti, di cui 11 seduti e 3 in piedi, sono prodotte dall'azienda francese Navya. A condurre i test su strada sarà però il Gruppo Torinese Trasporti, in collaborazione con Fondazione LINKS, Swarco Italia, 5t di Torino e TTS Italia, quest'ultima responsabile dei rapporti istituzionali con i Ministeri di competenza per la sperimentazione. Centrale anche il ruolo di Ioki, partner tedesco che gestisce l'app per la prenotazione dei posti sulla navetta quando verrà aperta al pubblico. Tanti gli attori in gioco per testare il futuro della viabilità cittadina.

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In primavera partirà la prima fase, chiamata "pre-demo". In questo caso, le navette verranno immesse nel traffico reale per il raccoglimento dei primi dati, ma senza passeggeri. Superata la fase pre-demo, il servizio verrà reso disponibile a tutti i cittadini di Torino per 5 mesi. L'autorizzazione per i test viene da Sperimentazione Italia, progetto del ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale rivolto a startup, imprese e università, le quali possono effettuare test in un periodo di tempo limitato grazie alla deroga temporanea alle norme vigenti. "Le innovazioni, specie se radicali, incontrano spesso limiti regolatori che non ne consentono neanche la sperimentazione. Ma un’innovazione che porta benefici all’intera società deve poter essere sperimentata e, se funziona, essere resa scalabile rapidamente", ha spiegato il ministro Vittorio Colao al Corriere della Sera.

L'obiettivo finale è immettere le navette nel reale traffico cittadino, con tutte le complicazioni del caso. Ad esempio, uno dei test riguarda la comunicazione coi semafori, in modo tale da dare priorità al veicolo automatizzato quando attraversa un incrocio. Si parla anche di apparecchiature stradali utili per la segnalazione di soggetti vulnerabili in strada, come un pedone che cammina sulle strisce.

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