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Come funziona Sarco, la capsula per il suicidio assistito usata per la prima volta in Svizzera

Presentata nel 2017, la capsula Sarco è una macchina per il suicidio assistito sviluppata dal sostenitore dell’eutanasia Philip Nitschke. Si basa sul rilascio di azoto dopo la pressione di un pulsante da parte dell’aspirante suicida. La morte avviene per ipossia. A settembre 2024 è stata utilizzata per la prima volta in Svizzera da una donna americana di 64 anni.
A cura di Andrea Centini
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La capsula Sarco
La capsula Sarco

Per la prima volta è stata utilizzata Sarco, la futuristica capsula per il suicidio assistito di cui si parla già da alcuni anni. A togliersi la vita una donna americana di 64 anni, che l'ha utilizzata nel canton Sciaffusa in Svizzera, nel cuore di una lussureggiante foresta nell'area di Merishausen. La signora era affetta da una grave malattia autoimmune e ha deciso di darsi una “dolce morte”, con il supporto dell'organizzazione per l'eutanasia The Last Resort. La macchina ideata da Philip Nitschke è tuttavia illegale nel Paese elvetico; oltre a non essere conforme, come spiegato dalla ministra della Salute Elisabeth Baume-Schneider, ne è stato immediatamente vietato l'utilizzo in via precauzionale, non appena è circolata la notizia che qualcuno si sarebbe ucciso così entro quest'anno.

La polizia ha eseguito diversi arresti in relazione alla morte della sessantaquattrenne, a seguito dell'apertura di un procedimento penale per incitamento e assistenza al suicidio da parte della magistratura (e la Procura elvetica non esclude l'inclusione di altri reati). È verosimile che alla vicenda seguirà un lungo e complesso procedimento legale. Ciò che è certo è che la donna si è comunque suicidata; nella capsula è infatti presente un pulsante che, una volta azionato, attiva il rapido rilascio di azoto nella camera che fa crollare i livelli di ossigeno. La persona viene stordita, perde conoscenza e muore, evitando panico e senso di soffocamento.

Cos'è e come funziona la capsula Sarco per l'eutanasia

La capsula Sarco – diminutivo di sarcofago – è una macchina per il suicidio assistito messa a punto dall'umanista, fisico, ex medico e sostenitore dell'eutanasia australiano Philip Nitschke, che l'ha realizzata in collaborazione con il designer industriale olandese Alexander Bannink. L'aspetto è volutamente futuristico e accattivante, simile a quello di un'astronave; l'obiettivo, infatti, è quello di idealizzare il viaggio dell'aspirante suicida. Nonostante sia un oggetto imponente, tecnologico ed esteticamente molto curato, è progettato per essere economico. È infatti stampato in 3D e il suo costo finale si aggira sui mille dollari, una cifra accessibile a molti. È possibile scegliere varie misure sulla base della stazza e dell'altezza del cliente. La macchina è stata presentata per la prima volta nel 2017 e da allora ha fatto discutere moltissimo, principalmente per ragioni etiche. Come indicato, la capsula Sarco è entrata ufficialmente in servizio la prima volta solo nel settembre del 2024, con la morte della donna di 64 anni.

Come anticipato, il principio di funzionamento della macchina per il suicidio assistito è l'azoto. Sotto la camera in cui alloggia l'aspirante suicida è presente un serbatoio contenente 4 litri del gas. Come viene spinto il pulsante l'azoto viene rilasciato e l'ossigeno aspirato; in un solo minuto la concentrazione dell'ossigeno crolla ad appena il 5 percento. Questa procedura porta a un rapido stordimento con conseguente perdita di coscienza e morte per ipossia in circa 5 minuti, senza la necessità di assumere farmaci.

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È interessante notare che Sarco è progettata per prevenire la risposta di allarme ipercapnico, dovuto alla circolazione massiccia di anidride carbonica (CO2) nell'organismo quando veniamo deprivati dell'ossigeno. In parole semplici, le elevate concentrazioni di azoto impediscono di sperimentare senso di soffocamento e panico, portando a una morte che Nitschke definisce serena. “Una morte pacifica e idilliaca in una foresta svizzera dove The Last Resort ha utilizzato il dispositivo Sarco per aiutare una donna statunitense ad avere la morte che desiderava”, ha commentato su X – il defunto Twitter – il settantasettenne.

Per dovere di cronaca ricordiamo che l'eutanasia per azoto è stata bandita dai veterinari negli Stati Uniti perché negli animali sottoposti alla procedura sono state rilevate angoscia e convulsioni. Uno studio pubblicato su PloS ONE ha evidenziato che la somministrazione nei topi innesca ansia, agitazione, paura e disorientamento prima della perdita di coscienza e successiva morte. Si è molto discusso della morte per azoto in relazione alla condanna di Kenneth Smith.

Perché l'utilizzo di Sarco sta facendo discutere

Sin da quando è stata annunciata, la capsula Sarco ha sollevato un vespaio di polemiche. I temi dell'eutanasia, del suicidio assistito e del diritto di scegliere della propria vita (e dunque della propria morte) impongono riflessioni profonde che chiaramente trascendono dalla disponibilità di una macchina per suicidarsi senza soffrire. Le legislazioni di moltissimi Paesi sono estremamente stringenti e in molti casi le richieste di darsi una dolce morte vengono respinte. Molti italiani si recano proprio in Svizzera dove sussistono limiti meno rigidi (tutti ricordiamo i viaggi di Marco Cappato, che ha accompagnato nel Paese elvetico diverse persone gravemente malate e desiderose di porre fine alla propria esistenza). In questi casi la morte è legata alla somministrazione di un fortissimo narcotico chiamato pentobarbital, che induce l'arresto cardiaco mentre si dorme profondamente.

Come affermato lunedì 23 settembre alla Camera dei rappresentanti dalla ministro della Salute svizzera Elisabeth Baume-Schneider, la capsula Sarco “non è conforme alla legge”. Il ministro ha sottolineato che “in primo luogo, la capsula non soddisfa i requisiti della normativa sulla sicurezza dei prodotti e non può quindi essere immessa sul mercato”. “Inoltre, l'uso di azoto nella capsula non è compatibile con l'obiettivo della legge sui prodotti chimici”, ha chiosato la ministra. Si tratta dunque di vincoli specifici, sulla base dei quali, a seguito della morte della sessantaquattrenne, è stata disposta la custodia cautelare per diverse persone. La ministra ha anche sottolineato che i singoli cantoni “sono responsabili dei casi in cui l'azoto non viene utilizzato conformemente alle normative”.

Al netto delle questioni giuridiche, sono state lanciate diverse invettive etiche alla distribuzione della capsula Sarco. Ad esempio, è stata accusata di essere una “macchina a gas glorificata” che potrebbe innescare una catena di suicidi sulla spinta dell'emulazione. Ricordiamo tuttavia che prima di essere autorizzati all'utilizzo, gli aspiranti suicidi devono compilare un apposito test di idoneità mentale.

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