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Come è cambiata Ethereum dopo il “Merge”, la trasformazione che ha reso la blockchain più sostenibile

Questa trasformazione permetterà di abbattere i costi energetici del 99,95 %. Bitcoin invece rimarrà ancora legato a un sistema che consuma moltissima energia.
A cura di Elisabetta Rosso
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È stato come sostituire il motore di un’astronave in corsa, a caldo, durante il viaggio. È qualcosa di simile il Merge di Ethereum, la “fusione”, che permetterà di abbattere i costi energetici del 99,95 %. Alle 8.45 del 15 settembre arriva l’annuncio: ha funzionato. Una rivoluzione nel mondo crypto. Tutto sta in un passaggio: dal “proof of work” al “proof of stake”. Se prima le transazioni su Ethereum erano approvate e controllate dai minatori di crypto con le loro costosissime macchine di calcolo, ora sono nelle mani di chi possiede più criptovalute.

La promessa è quella di una rivoluzione green, perché dopo questa trasformazione la criptovaluta Ether consumerà meno energia. Il rischio però è quello di una deriva che porterà la cryptovaluta ad essere meno centralizzata. Da ora infatti solo chi possiede già una quantità di Ether accumulati potrà entrare nella cerchia dei “controllori”, quelli che permettono di certificare le transazioni e la situazione finanziaria della moneta. Per farne parte è necessario avere almeno 32 Ether, approssimativamente 50.000 euro.

La blockchain di Vitalik Buterin

Ethereum, la blockchain sviluppata da Vitalik Buterin nel 2014, è la seconda criptovaluta dopo Bitcoin. Per validare le transazioni al suo interno ha sempre utilizzato il meccanismo PoW. Per continuare a creare unità di Ether disponibili per il mercato ci sono macchine che risolvono problemi matematici complessi consumando moltissima energia. Il protocollo PoS, invece, permette direttamente ai maggiori possessori di criptovalute di firmare e validare le transazioni. Sono incentivati ​​a farlo grazie a ricompense, inclusa la possibilità di guadagnare nuovi Ether.

Questo procedimento permette di tagliare i costi energetici, una voce che di solito è altissima in questo tipo di mercato. Solo Ethereum consumava 112 terawattora all’anno. Il consumo energetico di tutta la Grecia è più basso. Dopo questo cambio di protocollo, da ora sarà possibile ridurre del 99,95 % i costi dell’energia.

"The Merge" è il termine usato per descrivere il momento esatto in cui la blockchain di Ethereum si è fusa con un sistema chiamato Beacon Chain. Il progetto è nel cassetto dal 2016.  “Stiamo assistendo all'inizio di una reazione a catena di cambiamenti. Il risultato finale sarà un uso molto ampio della potenza di calcolo di Ethereum, la gente comune inizierà ad utilizzare applicazioni basate su blockchain in molte aree della propria vita”, ha detto Eli Ben-Sasson, presidente e co-fondatore di StarkWare, società che si occupa dei sistemi di sicurezza della blockchain.

Gli attacchi hacker dopo il "Merge"

Nella "Notte del Merge”, sono stati hackerati alcuni profili Twitter, tra questi anche la pagine del Ministero della Transizione Ecologica. L’immagine profilo è stata sostituita con la foto Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum. Tra i vari tweet pubblicati clandestinamente c'èra anche la promessa di una distribuzione gratuita di criptovalute. Stessa sorte per il profilo twitter dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI).

Gli esperti di cyber security non  escludono anche la possibilità di una truffa agli utenti per sottrarre dati o incentivare a investire nelle crypto. Le criptovalute cambiano pelle, non tutte però. Il passaggio dal meccanismo “proof of work” al “proof of stake”, verrà adottato, per ora, solo da Ethereum. Bitcoin rimarrà ancora legato a un sistema che consuma moltissima energia.

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