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Come è andato lo strambo mondiale della Kings League, l’evento che ha messo insieme Totti e Blur

Si è conclusa la Kings World Cup di Città del Messico, competizione mondiale organizzata da Kings League. Questa lega è stata creata da Gerard Pique e Ibai Llanos con lo scopo di unire gli streamer di Twitch e le vecchie glorie del passato calcistico. Ci è riuscita?
A cura di Lorena Rao
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La prima Kings World Cup si è conclusa. Si tratta della competizione mondiale nata dalla Kings League, la lega presieduta dall’icona del Barcellona Gerard Pique che unisce ex calciatori professionisti e streamer di Twitch. A trionfare in questo torneo (in palio 1 milione di euro) che ha avuto sede in Città del Messico, i Porcinos FC, compagine spagnola rappresentata da Ibai Llanos, streamer spagnolo tra i più noti al mondo in ambito calcistico (15,7 milioni di follower su Twitch) nonché braccio destro di Pique per quel che concerne la fondazione della Kings League.

Tra gli sconfitti dai Porcinos FC ci sono anche gli Stallions, gli italiani rappresentati dallo streamer Blur e dall’ex capitano della Roma Francesco Totti (che però per impegni personali non ha partecipato a tutte le partite della World Cup), eliminati agli ottavi con un risultato finale di 5-3. In generale, l’evento ha avuto un successo strabiliante, in termini di numeri e partecipazione. Tanti i nomi illustri, tra ex calciatori e streamer. Ancor di più i partecipanti: solo la fase finale ha registrato 1,2 milioni di visualizzazioni totali su Twitch.

Sul canale Youtube StallionsTV / SoaR Blur!, il video della partita in cui gli Stallions vengono eliminati dai Porcinos FC è ancora oggi in 46° posizione tra le tendenze legate al gioco. E YouTube non è la piattaforma di riferimento della Kings League. Una diffusione capillare che testimonia l’appeal che eventi del genere hanno per le nuove generazioni, forse oggi sempre più lontane dal calcio tradizionale.

L'obiettivo della Kings League: rendere il calcio più spettacolare

Il logo di McDonald's campeggia al centro di schermo per il countdown del calcio d'inizio. Al termine, un drone lancia la palla dal cielo. A quel punto parte l’1 vs 1 tra le due squadre. Con lo scorrere del tempo aumentano i giocatori in campo, fino ad arrivare a una partita di calcio a 7. Nel frattempo però ci sono rigori battuti dai presidenti, lanci di dadi e gol dal valore doppio, dipende dalle carte segrete. Insomma, una varietà di regole in tempi piuttosto ristretti (40 minuti totali tra primo e secondo tempo), a cui si affiancano le tradizionali norme calcistiche (fuorigioco, falli, calci d’angolo e così via).

Intanto, gli streamer-presidenti, oltre ad entrare in campo, commentano senza freni le partite delle loro squadre, raccogliendo a torno a sé le loro folte community. Un primo esperimento che ha visto la partecipazione di 32 squadre, grossi sponsor e nomi di creator digitali e calciatori di rilievo. Un mix che si è rivelato efficace.

“Bisogna guardare proprio alla Generazione Z e pensare che i competitor [del calcio tradizionale] sono gli eSports e Fortnite. Loro sono gli avversari nel prossimo futuro". Lo diceva Andrea Agnelli, il presidente della Juventus, nel 2019. Una frase che si è dimostrata veritiera a distanza di anni, dato il successo della Kings League e del Kings World Cup. Non parliamo strettamente di videogiochi, ma è chiara l’ispirazione tratta dal competitivo online, che gode di successo tra i giovani utenti. Da questo mondo, la Kings League ha preso la spettacolarizzazione, il contatto diretto tra pubblico (che può intervenire in chat o proporre nuove regole) e creator, Twitch come piattaforma riferimento.

La lega di Pique e Llanos è riuscita ad applicare le regole dello streaming nel gioco calcio, portando a un’alternativa in un panorama dominato da Fifa e Uefa, che però si rivelano incapaci di rivolgersi a un’audience più giovane, oggi disabituata alla passività e ai tempi lunghi di una tradizionale partita di calcio. Fifa e Uefa “non riescono a coinvolgere il pubblico, sono distanti dai tifosi, delusi perché non hanno voce in capitolo in ciò che avviene nel mondo del calcio professionistico e nelle scelte che determinano l’evoluzione dello sport”, ha detto Pique ad Esquire. “Chi guida il calcio deve trovare soluzioni per coinvolgere i fan”.

La Kings League è il futuro del calcio?

A Spagna, Italia e America latina, la Kings League affiancherà Germania, Francia, Regno Unito, Brasile e Stati Uniti entro il 2025. Un’espansione che ben testimonia l’appeal dell’iniziativa a livello globale, nonostante i puristi del calcio la guardino con sospetto. Ma la Kings League non ha come obiettivo quello di spodestare il calcio. Semplicemente, l’obiettivo di Pique e co. è quello di creare un’alternativa rivolta ai gusti dei più giovani. Gusti che riguardano il mondo digitale, non quello del calcio.

In altre parole, la Kings League funziona non perché ricorre alle regole calcistiche e alle vecchie glorie del passato di nuovo in campo, ma perché adotta i canoni della comunicazione digitale, cioè urlata, incalzante, diretta, tipica dello streaming e degli eSports, e lo applica al calcio, che comunque è uno sport che gode di grande fama, specie in paesi come l’Italia, la Spagna e l’America latina. Ma in realtà un format del genere può tranquillamente essere applicato al tennis, al basket, al rugby e così via. Il punto di svolta dunque non è tanto lo sport in sé, quanto il coinvolgimento diretto di streamer e pubblico.

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