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Intelligenza artificiale (IA)

Come cancellare per sempre il tuo nome da ChatGPT

C’è già chi sta facendo eliminare il proprio nome esercitando il diritto all’opposizione previsto dalla disciplina vigente europea. Guido Scorza, avvocato e componente del Garante per la protezione dei dati personali, ha chiesto il blocco a OpenAI.
A cura di Elisabetta Rosso
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Si allunga la lista di nomi che ChatGPT non può pronunciare. Tutto è iniziato con David Mayer, professore accademico. Diversi manipolatori di chatbot hanno trascorso giorni cercando di convincere ChatGPT a scrivere il suo nome, eppure la risposta è sempre stata più o meno la stessa: "Sembra che qualcosa sia andato storto" o "non sono in grado di produrre una risposta". Dopo qualche giorno, giusto il tempo di elaborare qualche teoria del complotto sul misterioso David Mayer, un portavoce di OpenAI ha spiegato: "Uno dei nostri strumenti ha segnalato per errore questo nome e ne ha impedito la visualizzazione nelle risposte, cosa che non avrebbe dovuto fare. Stiamo lavorando a una soluzione".

In realtà è possibile impedire a ChatGPT di scrivere o pronunciare il tuo nome, ed entrare nella lista degli "innominabili" è piuttosto semplice, basta esercitare il diritto di opposizione previsto dalla disciplina vigente europea. Tutti gli utenti che vivono in Europa infatti hanno diritto di opporsi in qualsiasi momento al trattamento dei dati personali per motivi connessi alla situazione particolare dell'interessato, da specificare nella richiesta, o quando i dati sono trattati per finalità di marketing diretto.

L'esperimento di Guida Scorza

C'è già chi sta facendo cancellare il proprio nome esercitando il diritto all'opposizione. Guido Scorza, avvocato e componente del Garante per la protezione dei dati personali, ha chiesto il blocco a OpenAI.  "Ho semplicemente esercitato nei confronti della società che gestisce ChatGPT, il diritto di opposizione che la disciplina vigente europea riconosce a tutti gli interessati, ovvero le persone su cui sono rilasciati i dati personali, per ottenere che un trattamento iniziato in assenza di loro consenso venga interrotto dal titolare del trattamento", ha spiegato al Corriere.

Per chiedere il blocco a OpenAI basta compilare un modulo presente sul Portale di richiesta di privacy OpenAI. Si può anche chiedere di non utilizzare i propri contenuti per allenare il modello. Ma non è detto che la richiesta vada a buon fine. Come ha spiegato OpenAI in un post sul blog: "Possiamo rifiutare una richiesta se abbiamo un motivo legittimo per farlo. Tuttavia, ci sforziamo di dare la priorità alla protezione delle informazioni personali e di rispettare tutte le leggi sulla privacy applicabili. Se ritenete che non abbiamo affrontato adeguatamente un problema, avete il diritto di presentare un reclamo all'autorità di vigilanza locale”.

Perché non è così semplice cancellare i propri dati

"Il caso David Mayer è interessante perché mostra come un nome può essere rimosso da uno strumento di intelligenza artificiale", ha spiegato al Guardian Helena Brown, specialista in protezione dei dati presso lo studio legale Addleshaw Goddard. Ma la rimozione completa di tutte le informazioni in grado di identificare una persona specifica potrebbe essere più difficile da effettuare con gli strumenti di intelligenza artificiale. "L'enorme volume di dati coinvolti in GenAI e la complessità degli strumenti creano un problema di conformità alla privacy", ha spiegato, aggiungendo che eliminare tutte le informazioni relative a una singola persona non sarebbe così semplice come rimuovere il suo nome.

“Un'enorme quantità di dati personali viene raccolta, anche da fonti pubbliche come Internet, per sviluppare modelli di intelligenza artificiale e produrre i loro output. Ciò significa che la capacità di tracciare ed eliminare tutte le informazioni personali in grado di identificare un singolo individuo è, presumibilmente, praticamente impossibile.”

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