Cinque tra i più grandi satelliti al mondo si sono aperti in orbita: ora oscurano un pezzo di cielo
Una volta aperto BlueBird 1 occupa 64 metri quadrati. E queste sono le dimensioni anche degli altri quattro satelliti gemelli che hanno completato tutte le procedure di dispiegamento. Ora si trovano nell’orbita bassa della Terra. Sono di proprietà di AST SpaceMobile che ha investito su questa tecnologia per creare una rete satellitare a banda larga dedicata agli smartphone. Un’innovazione, certo, che però sembra anche l’inizio di un nuovo problema.
Una volta operativi i satelliti BlueBird permetteranno di accedere direttamente dallo smartphone a una rete cellulare a banda larga. E questo praticamente da ogni punto del mondo. Sulla carta il sistema è interessante perché a regime potrebbe diventare molto competitivo: AST SpaceMobile sarebbe l’unico operatore al mondo ad avere questa tecnologia.
La differenza con la Starlink di Elon Musk sta nel sistema di accesso: con AST SpaceMobile ci si connette direttamente dallo smartphone, con Starlink serve invece una kit composto da parabola e router. Spiega Abel Avellan, Ceo di AST SpaceMobile: “L'implementazione dei nostri primi cinque satelliti commerciali BlueBird segna solo l'inizio del nostro viaggio”.
Il problema dei satelliti BlueBird: oscurato il cielo
Come fa notare Passant Rabie su Gizmondo avere dei satelliti così grandi dispiegati nel cielo può oscurare altri oggetti celesti. Un esempio lo abbiamo già visto nel 2022, quando un prototipo dell’azienda ha oscurato con il suo passaggio parte di altri oggetti celesti come Luna, Venere e Giove. Non solo. Le sue dimensioni lo hanno reso anche visibile a occhio nudo: rendendolo luminoso come alcune delle stelle più luminose del cielo.
Visto l’affollamento che inizia ad esserci in orbita, pensiamo solo ai 6.000 satelliti Starlink, non è escluso che il dibattito sull’industria spaziale nei prossimi anni punterà anche su una regolamentazione più severa sugli oggetti che circondano il nostro pianeta. Scrive Robert McMillan, professore di astronomia all’Università dell’Arizona: “I satelliti artificiali, anche quelli invisibili a occhio nudo, possono ostacolare le osservazioni astronomiche che aiutano a rilevare gli asteroidi e comprendere qual è il nostro posto nell’Universo”.