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Cinque modi per capire se l’assicurazione per auto che hai trovato in rete è una truffa

Dopo aver analizzato una serie di portali dedicati alle assicurazioni online, abbiamo messo insieme un elenco di segnali che possono identificare una truffa assicurativa. Come dimostrano le liste pubblicate dall’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), questi portali-truffa vengono aperti e chiusi con cadenza quasi mensile.
A cura di Valerio Berra
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“Informazione e contatti, anche tramite WhatsApp”. Oppure: “Questo sito ha una valutazione Eccezionale su TrustPilot”. O ancora: “Sito realizzato con Wix”. Variante: “Sito realizzato con Webnode”. Se state cercando un’assicurazione per la vostra auto, magari da fare direttamente online, magari con dei prezzi convenienti, è facile che abbiate trovato portali con dentro almeno una di queste frasi. Alcuni sono anche costruiti bene. Citano ottime recensioni (non vere), riprendono loghi e nomi di brand più noti, e nelle loro descrizioni si presentano come “leader in Italia”. Peccato che molti di questi siano solo truffe.

Dopo una serie di segnalazioni, abbiamo provato a muoverci tra i portali online che si occupano di assicurazioni. Il punto di arrivo di tutti è sempre lo stesso: il form per la compilazione dei dati. A guardarlo sembra lo stesso di un qualsiasi portale utilizzato per la comparazione dei prezzi, ma una volta compilato tutto quello che viene richiesto, il risultato sarà solo che la vostra casella mail verrà inondata da tentativi di phishing di varia natura. Un phishing che potrebbe anche concludersi con richieste di denaro, a volte su PostePay altre su conti all’estero.

Primo segnale: l’indirizzo web

Tra i portali che propongono false truffe assicurative non c’è una formula esatta che si ripete. Esistono quelle che in gergo si chiamano Red Flag, dei segnali che messi insieme ci dicono che dobbiamo alzare il nostro livello di attenzione. Il primo è il dominio, lo vedete nella barra del vostro motore di ricerca dove viene riportato l’indirizzo. Spesso questi portali sono caratterizzati da domini secondari, come quelli che vengono creati in automatico dai Website Builder. Si tratta di servizi in rete che permettono di costruire un sito in poche ore, utilizzando una serie di template già pronti.

Di solito questi servizi presentano diverse offerte. In quelle gratuite il nome del Website Builder rimane nel dominio e in alcuni elementi grafici, in quella a pagamento invece scompare. Se vi trovate davanti a un sito che vi propone all’interno del suo dominio “Wix” o “Webnode”, allora è meglio controllare la società di riferimento. Il prezzo per mantenere online un dominio autonomo si aggira circa sui 60 euro all’anno, compresi l'indirizzo, lo spazio sul server e i servizi base per la sua gestione. Se una società che si occupa di assicurazioni web decide di non sostenere questa spesa, allora potrebbe esserci qualche problema.

Secondo segnale: il nome del servizio

A volte il nome del servizio ricorda quello di altri brand, più famosi e quindi più credibili. Questo succede soprattutto per i comparatori, quei portali che mettono a confronto diverse polizze offerte da agenzie differenti. Nella nostra ricerca ci siamo imbattuti in un sito clone del portale PolizzaMigliore, un portale recensito con una valutazione di 4,9 su 5 su TrustPilot. Il sito clone riprendeva lo stesso nome ma accanto aveva quello di un Website Builder. Riprendeva le stesse grafiche ma in qualità e formati più scadenti. Riprendeva le stesse informazioni, ma le tariffe proposte e la sede indicata erano diverse da quelle originali.

Terzo segnale: le liste IVASS

Per controllare se il portale che state cercando è affidabile, potete anche controllare gli elenchi proposti dall’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) che regolarmente rilascia le liste dei siti da evitare. Qui trovate l’ultimo elenco pubblicato. Solo a maggio sono stati segnalati 24 siti irregolari.

Quarto segnale: il metodo di pagamento

Anche se ormai avete dato i vostri dati a uno di questi portali. Anche se ormai avete la casella mail piena di offerte di qualsiasi tipo, c’è ancora una cosa con cui potreste salvarvi da una truffa: il metodo di pagamento. Spesso infatti questo tipo di truffe chiedono un pagamento attraverso PostePay oppure su conti registrati all’estero. In entrambi i casi sarà meglio cercare un’altra assicurazione.

Quinto segnale: gli annunci di Google

Emanuele Anzaghi è vicepresidente di Segugio.it, uno dei portali più noti per la comparazione delle assicurazioni online. A Fanpage.it ha spiegato che spesso questi siti sfruttano gli annunci a pagamento di Google per apparire in cima alle ricerche. Ogni volta che fate una ricerca sul Google  trovate nella prima pagina di ricerca dei portali che hanno pagato un quota per posizionarsi così in alto. Google li evidenzia come “Sponsored” o “Annuncio”, dipende dalla lingua che avete scelto.

“Spesso questi annunci – spiega Anzaghi – sono legati subito a un numero di telefono. Il cliente chiama oppure contatta il finto intermediario su WhatsApp. A questo punto inizia la contrattazione per la polizza. Alla fine il cliente avrà in mano un documento non valido. Il consiglio quindi è quello di saltare gli annunci a pagamento e partire sempre dai risultati principali”. In tutto questo, continua Anzaghi, c’è anche una responsabilità di Google: “Un soggetto che vuole fare pubblicità su un motore di ricerca su temi finanziari dovrebbe aderire a una serie di policy. E il motore di ricerca dovrebbe vigilare che non si tratti di truffe o comunque progetti poco trasparenti”.

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